Il via libera al programma delle celebrazioni di Sa Die de sa Sardigna è stato accolto dalle polemiche dell'opposizione in Consiglio regionele. La giornata "dell'orgoglio del popolo sardo" compie trent'anni e torna alle celebrazioni originarie dopo gli anni della pandemia: per l'occasione sarà festeggiata per tre giorni di seguito, dal 28 al 30 aprile, con una serie di eventi, oltre alla tradizionale rievocazione storica della cacciata dei piemontesi dall'Isola nel 1794 dopo i cosiddetti "vespri sardi".

La Regione spenderà 500mila euro per finanziare i sei Comuni interessati dalle vicende storiche: Cagliari (260mila), Bono (5mila), Sassari (45mila), Oristano (80mila), Nuoro (80mila) e Barumini (30mila). Durante la seduta della commissione Cultura del Consiglio regionale, che ha approvato il calendario, si sono però levate le voci critiche dell'opposizione. Desirè Manca (M5S), Massimo Zedda (Progressisti) ed Eugenio Lai (Avs) hanno puntato il dito sulla divisione delle risorse che, hanno sottolineato, non coinvolgono tutti i territori dell'Isola.

La linea è condivisa anche da Franco Stara (Udc Sardegna al centro), Franco Mula e Domenico Gallus (Psd'Az), che, pur votando a favore, hanno auspicato un confronto con l'assessore della Cultura Andrea Biancareddu, oggi assente, per dare pari dignità a tutti i territori.

LEGGI IL PROGRAMMA DE SA DIE DE SA SARDIGNA