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Un successo senza precedenti ha mandato in archivio la quarantaseiesima Sagra delle castagne e delle nocciole di Aritzo. Il piccolo centro barbaricino, incastonato nel cuore del bosco, è da sempre una meta per i turisti che scelgono di soggiornare nel ritaglio del verde che l’avvolge e nell’impianto architettonico che l’abbellisce.
Nell’ultima domenica di ottobre sono centinaia le bancarelle e gli stand espositivi posizionati lungo tutta la via principale, con tonnellate di castagne e nocciole, litri di carapigna, prodotti, profumi e sapori di una tradizione radicata che diventano gli elementi di sostegno per un’iniziativa che nasce in tempi lontani, prima ancora che Autunno in Barbagia la includesse nel suo circuito.
<<Rispetto allo scorso anno la qualità delle castagne è senza dubbio migliore - spiega Antonio Maxia, produttore -. Le piogge di settembre sono state fondamentali>>.
L’evento aritzese è uno dei più longevi dell’Isola e col tempo il suo fascino è aumentato grazie alla capacità di rinnovare la formula anche sul piano dell’accoglienza che crea occasioni di incontro per le migliaia di visitatori che, ad esempio, hanno applaudito sabato sera il Coro Bachis Sulis e il concerto di Danilo Sacco e potuto far festa per tutta la domenica con Giuliano Marongiu, Benito Urgu, Massimo Pitzalis e tanti artisti della Sardegna durante uno spettacolo ricco e coinvolgente.
<<Abbiamo registrato numeri da record e risultati inaspettati – commenta soddisfatto il sindaco Gualtiero Mameli – a cominciare dal convegno della filiera del castagno, del nocciolo e delle erbe officinali che si è rivelato utile, interessante e molto partecipato>>.
L’artigianato aritzese ha fatto mostra nei diversi punti allestiti all’interno delle case e negli angoli che hanno conservato il fascino dell’antico. Gli operatori del comparto agroalimentare hanno intensificato l’offerta con degustazioni apprezzate.
I visitatori hanno fatto incetta di castagne, nocciole, torrone aritzese e carapigna. Cuore e motore dell’evento è stata ancora una volta la Pro loco che ha voluto puntare su cultura e spettacoli per rinforzare la valenza turistica della Sagra.
<<E’ stata una grande festa popolare – dice il presidente Libero Loi – ma anche l’occasione per tanti di visitare le varie mostre allestite, l’edificio del seicento adibito in passato a carcere di massima sicurezza, il Castello Arangino costruito nel 1917 in stile gotico, il museo etnografico della montagna>>.
Aritzo è una comunità accogliente e ben organizzata che già pensa alla prossima edizione della Sagra, una delle più amate da tutti i sardi.