“Sabato 1° agosto arrivano i saldi. È una certezza, forse la sola, rispetto al periodo drammatico di profonda crisi che sta attraversando il commercio”. A dirlo è Confcommercio, secondo cui in Italia una famiglia spenderà in media € 135,00,  € 58,00 a testa. In Sardegna, a conferma della scarsa capacità reddituale e delle difficoltà occupazionali,  ogni famiglia spenderà in media € 117,00, € 39,00 a testa. 

Si prediligerà l’acquisto di abbigliamento e calzature, cercando offerte per il back to scool sull’invenduto dalla primavera con lockdown.

Le regole da rispettare non sono cambiate, ricorda il coordinatore regionale, Sara Pintus. Per un corretto acquisto degli articoli in saldo, è bene che chi compra sappia che se l’indicazione del prezzo “prima” e “dopo”, con la relativa percentuale di sconto applicata, è obbligatoria, non è invece mai obbligatorio il cambio dopo l’acquisto. Questo è generalmente lasciato alla discrezionalità del commerciante, a meno che il prodotto non abbia gravi vizi occulti nel qual caso scatta l’obbligo o della sostituzione, o della restituzione del prezzo.

Il pagamento con carta non può essere rifiutato dal negoziante se nel punto vendita è esposto l’adesivo che attesta la relativa convenzione; non c’è invece alcun obbligo che i prodotti in saldo appartengano  alla stagione in corso né che il prodotto possa essere in ogni caso provato, possibilità lasciata alla discrezionalità del commerciante.

Causa COVID sia i commercianti che i consumatori devono rispettare le regole di prevenzione: accesso ai locali con mascherina, disinfezione delle mani, soprattutto prima di provare i capi, permanenza nel negozio il tempo necessario agli acquisti, mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro. Confcommercio Federmoda ha predisposto un decalogo già diffuso alle imprese associate.

“È un momento molto atteso, soprattutto quest’anno di grande difficoltà – ricorda il presidente di Confcommercio Sardegna, Nando Faedda. In particolare, il settore della moda ha registrato fortissimi cali di fatturato legati al periodo di confinamento e si confida nei saldi per rimpinguare le casse e richiamare i lavoratori ancora in cassa interazione. Il COVID ha messo in ginocchio il comparto: tra assenza di lavoratori stagionali e turisti, cassa integrazione e smart  working, siamo in un buco nero da cui è difficile uscire. I commercianti registrano cali di fatturato superiori al 40%. Le misure dello Stato hanno tamponato ma non sono sufficienti, la Regione non ha previsto misure specifiche come invece fatto per altri comparti. Sarà difficile superare questa nuova crisi”.

Secondo l’Istat comparando i dati 2019 2020 fino a giugno, si registrano variazioni tendenziali negative per quasi tutti i gruppi di prodotti non alimentari. Le diminuzioni maggiori riguardano l’abbigliamento e calzature, (-38,9%), articoli in cuoio e da viaggio (-35,1%) Foto-ottica e pellicole (-37,6%). Rispetto a giugno 2019, il valore delle vendite al dettaglio diminuisce del 19% per le imprese operanti su piccole superfici, del 4,% per la grande distribuzione mentre è  in deciso aumento il commercio elettronico (+39,7%).

“I saldi sono un momento importante per la vita delle imprese ma il commercio non è solo questo. La legge regionale n° 5 del 2006 è molto vecchia ormai superata in tantissimi contenuti. L’Assessore Chessa ha dato disponibilità per la riforma. Noi lo invitiamo a partecipare ai tavoli di studio e programmazione che attiveremo a settembre. Il commercio riguarda oltre 43mila imprese, incide sull’uso del suolo, sulla riqualificazione urbana, sulla vita delle persone soprattutto nei piccoli comuni in cui costituisce un’infrastruttura fondamentale di servizi. Se si vuole rimanga in piedi bisogna sostenere forti azioni di innovazione tecnologica e evoluzione digitale. Attendiamo una legge di incentivazione specifica ormai da anni ricordiamo, infatti, che l’ultimo bando dedicato al commercio risale al 2008. Uno dei principali comparti dell’economia locale non può essere trascurato – conclude il Presidente Faedda.