Mentre nell'Isola gli investimenti sulla cultura diminuiscono e gestire una sala di spettacolo (Macomer insegna) diventa un'impresa, il teatro San Bartolomeo di Meana Sardo continua a rappresentare un baluardo nell'entroterra.

Di proprietà della Chiesa, che lo gestisce col supporto insostituibile del Comune, conta 270 posti e continua il suo rapporto con il Cedac, la cui stagione a Meana comincia proprio oggi. Ha ospitato attori del calibro di Paola Borboni, Paola Quattrini, Asia Argento, Enzo Iacchetti, Alessandro Gassmann, Paola Pitagora, Anna Mazzamauro.

LA FUNZIONE «Per noi è di fondamentale importanza – dice l'assessore comunale alla Cultura Bartolomeo Contini - promuovere occasioni di crescita. Il teatro San Bartolomeo riveste un ruolo di rilievo per tutti i paesi del circondario. A causa della crisi economica quest'anno abbiamo ridotto il numero degli spettacoli, ma a noi interessa la qualità non la quantità. Tra i ricordi che emergono, mi torna in mente l'ospitalità che abbiamo garantito nelle nostre case agli attori quando ancora non c'erano strutture alberghiere. Non ci siamo arresi alle difficoltà e il nostro modo di fare ha conquistato anche chi arrivava da lontano».

LA STORIA Nel 1967, don Delio Cabiddu di Nurallao, grazie a diverse donazioni e alla grande sensibilità dei meanesi, riuscì a costruire una struttura destinata ad ospitare il cinema, le iniziative culturali organizzate dai parrocchiani e dai giovani del paese e l'appartamento del vice parroco. La parte superiore dello stabile negli anni '70 ospitò un'importante attività di maglieria, dove diverse ragazze erano impegnate nella lavorazione al telaio.

La struttura diventò teatro nel 1991 quando l'amministrazione comunale, con la collaborazione dell'associazione culturale S'Andala, entrò nel circuito teatrale regionale sardo investendo 12 milioni delle vecchie lire. «Ero sindaco anche allora - ricorda Angelino Nocco, attuale primo cittadino di Meana Sardo - quando potei assistere al primo spettacolo andato in scena nel mese di novembre del '91, al quale ne seguirono altri quattro.

Dobbiamo ringraziare tutti i parroci che si sono succeduti negli anni, don Delio, don Nino Boi, don Antonello, don Sandro Enna e l'attuale parroco don Gabriele Cossu, perché grazie a loro abbiamo avuto la possibilità di continuare nel nostro percorso culturale. La mia speranza, prima della fine del mandato - conclude Nocco - è quella di vedere realizzata la struttura polivalente destinata ad ospitare eventi di musica, cultura, sport e spettacolo. I lavori saranno appaltati entro qualche mese».