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“L'ospedale San Martino, dall'insorgere dell'emergenza Coronavirus, adotta scrupolosamente tutte le procedure indicate per prevenire il rischio di un contagio all'interno dei propri reparti, e così è avvenuto anche in questo caso. Nel dettaglio il servizio di Dialisi, che ha preso in carico il soggetto risultato poi positivo, misura la temperatura corporea di ogni paziente al suo ingresso in reparto, lo dota di mascherina chirurgica e calzari, ne cura tutte le norme igieniche (lavaggio mani e braccia) idonee a escludere un possibile contagio e li fa entrare uno alla volta negli spogliatoi per evitare contatti”.
Inizia così la precisazione dell’Assl di Oristano che sottolinea: “Se il paziente che deve dializzare presenta uno stato febbrile o proviene da una casa di riposo o è ricoverato in ospedale, viene sottoposto a dialisi in un ambiente separato dagli altri pazienti, come ulteriore precauzione. Se invece si tratta di un caso sospetto – con sintomatologia Covid, ma non ancora accertato dagli esami di laboratorio – il paziente viene dializzato nella tenda posta all'esterno del Servizio Dialisi, per evitare qualsiasi contaminazione con l'ospedale”.
“Per ciò che riguarda il personale – specifica –, gli operatori sanitari dall'inizio dell'emergenza sono dotati dei dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherina, occhiali, calzari e sovracamice) necessari a proteggere se stessi, ma anche i pazienti da ogni eventuale contagio. È da sottolineare inoltre che, sempre dall'inizio dell'emergenza, l'ospedale è stato chiuso ad accompagnatori e visitatori”.
“Nel caso specifico – aggiunge l’Assl di Oristano –, durante la sua permanenza in ospedale il paziente risultato poi positivo non ha presentato una sintomatologia riconducibile a Covid, ma è stato sottoposto a dialisi in ambienti separati da altri pazienti per via di patologie pregresse che ne imponevano l'isolamento, e per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute è stato ricoverato nel reparto di Medicina sempre in isolamento, ma sempre in assenza di sintomi riconducibili a Coronavirus. Solo una volta dimesso, il personale sanitario è stato informato che uno stretto contatto del paziente era risultato positivo al Covid e si trovava ricoverato in un'altra struttura ospedaliera, per cui si è proceduto a effettuare il tampone sul paziente, che è risultato positivo. Allo stato dei fatti non è possibile sapere se il paziente trattato al San Martino fosse positivo durante il suo ricovero o abbia contratto il virus successivamente”.
“In via precauzionale, come impongono i protocolli, – aggiunge – si è proceduto a effettuare il tampone su tutti gli operatori sanitari venuti in contatto con il paziente affetto da Covid: i 25 tamponi effettuati nell'Unità operativa di Dialisi sono risultati tutti negativi”.
“Dalla ricostruzione della vicenda è dunque plausibile ritenere che il paziente non si sia infettato nella Dialisi dell'ospedale San Martino di Oristano, dove ad oggi non sono stati diagnosticate altre positività né fra i pazienti né fra gli operatori sanitari, ma che abbia contratto la patologia venendo a contatto con un soggetto positivo del tutto esterno alla struttura”.