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La storia è sempre la stessa, medesima: nulla è cambiato, di operai nemmeno l’ombra, ma intanto crolla un muro di contenimento tra i ‘palazzoni popolari’ e via Bosco Cappuccio e la presenza del “deposito delle transenne” non è una novità per chi qui ci abita da anni.
Parlare di vergogna è quasi un complimento, dalle finestre delle case il cronista viene subito interpellato da chi assiste impotente all’incuria quotidiana, un’anziana fa fatica anche a farsi sentire dal terzo piano di una casa: “Guardi lo schifo vicino alle scalette, unu puresciori (una porcheria n.d.r.), perché nessuno mette apposto? Perché rompono solo per le elezioni e farsi votare? Sempre cittadini di serie B, ma i soldi però ci sono e non li spendono”.
LA VERGOGNA. Come dar torto a “Radio San Michele”, dove le lamentele dei residenti fanno coro di protesta legittimo contro le Istituzioni, troppo spesso latenti. La puzza è indescrivibile, fiumiciattoli di liquido nauseabondo fuoriescono dalle pareti murarie e finiscono per invadere il marciapiede. E spesso ci sono anche i topi che passeggiano tra i cassonetti e il bordo strada: c’è da chiedersi giustamente fino a che punto i cittadini dovranno portare pazienza. Qui la gente preferisce non esporsi e farsi i fatti propri, ma l’indecenza è sotto gli occhi di tutti, amministratori compresi.
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