Il Coordinamento scaturito dall’assemblea organizzata lo scorso 9 aprile a Ozieri, nella frazione di San Nicola, chiede un Consiglio Regionale straordinario per discutere i “punti e criticità che stanno mettendo in ginocchio la nostra terra”.

Allevatori, agricoltori, artigiani, commercianti, autotrasportatori, imprenditori e famiglie si erano riuniti per protestare contro il caro carburante e l'aumento del prezzo delle materie prime e proporre le soluzioni più adatte.

“La nostra Isola è allo sfascio, e noi vogliamo che la Sardegna e i Sardi tornino a vivere dignitosamente”, dicono uniti.

Sono state messe nero su bianco una serie di richieste che riportiamo di seguito.

SANITÀ Deve essere dichiarata l’emergenza. Si chiede che: 

Tempestivamente vengano ripristinati i servizi per l’eliminazione del disagio socio-sanitario che quotidianamente affligge le popolazioni del territorio sardo, assicurando “inutile dirlo” il pieno rispetto dei principi costituzionali e dei diritti inviolabili dei cittadini. e quindi:

● Ripristino dei servizi e dei reparti che ad oggi risultano essere stati chiusi o ridotti.

● Una rimodulazione al fine di garantire le cure emergenziali presso i pronto soccorsi dei vari ospedali/poliambulatori ,

● Il reintegro di medici specialisti, medici di medicina generale, guardie mediche e pediatri, che negli ultimi 5 anni sono stati ridotti drasticamente.

● Reintegro del personale medico e sanitario nei reparti che sono al collasso.

● Le Asl devono avere maggiore autonomia gestionale, senza continuare a istituire enti (come l'Ares), che servono solo per spartire poltrone. Le Asl conoscono le criticità del territorio, con un maggior potere gestionale riuscirebbero a intervenire.

Ad oggi, su tutto il territorio Sardo, non possono essere garantite neanche le cure mediche di base. Il diritto alla salute, il diritto alla vita e alla pari dignità sociale sono diritti costituzionalmente garantiti , che vengono quotidianamente calpestati, favorendo la sanità privata a detrimento di quella pubblica e lasciando di fatto senza cure coloro che non hanno reddito.

SANITÀ ANIMALE Gli allevatori si trovano in grave difficoltà per curare il proprio bestiame, sia per la mancata reperibilità dei veterinari liberi professionisti, sia per l’onorario degli stessi oltre il costo di medicinali, vaccini ecc.

Pertanto, si Chiede:

● Che la Regione attui una regolamentazione in tutte le ASL della Sardegna, che consenta agli allevatori di poter contare su un’assistenza veterinaria pubblica, atta a garantire sia la prescrizione dei medicinalI che l’attività chirurgica.

● La Sardegna è diventata un contenitore di malattie a provenienza extra regionale (peste suina, lingua blu etc etc) che, oggi ci ritroviamo divenute endemiche, anche se a periodi alterni come può essere la lingua blu, continuamente trattata in modo emergenziale sia dal punto di vista sanitario che economico, ormai è chiaro che serva una apposita cassa continua in modo che possa intervenire subito nel risarcire i danni subiti, cassa continua che intervenga anche in caso di eventi climatici, alluvioni, gelate etc etc, e danni ambientali (incendi etc etc) come per esempio sta succedendo ora con le cavallette, piaga che attende ormai da 4 anni interventi alla radice visto il continuo propagarsi nei territori anno dopo anno. Serve rivedere divieti e vincoli vari alle attività rurali, come per esempio il pascolo il vero limitatore al propagarsi degli incendi.

Precisiamo, inoltre che, a causa dei disagi sopraelencati e del ritardo nelle somministrazioni dei vaccini, oltre alle difficoltà nelle cure del bestiame, si aggiungono i danni economici dovuti alla mancata movimentazione degli animali (bovini in particolare) nei tempi dovuti.

TRASPORTI Per gli autotrasportatori Sardi, la situazione è diventata insopportabile a causa del caro carburanti, aumento dei biglietti delle navi e i prezzi dei mezzi che sono completamente a loro carico. La recente diminuzione di 4 centesimi (in seguito allo sciopero) è una cifra irrisoria, per molti è stata addirittura una beffa , basti pensare che chi ha un camion euro 5 o euro 6 aveva uno sgravo sulle accise di 21 centesimi che adesso non ha più, inoltre di tutti gli aumenti, la grande committenza non paga niente, è a carico degli autotrasportatori che non riescono più ad andare avanti.

Pertanto, si chiede:

● che vengano abbassati i prezzi dei carburanti e, che vi sia un controllo che faccia si che gli stessi vengano rispettati.

● Riduzione dei prezzi dei biglietti navi.

● che venga introdotta per la categoria una sorta di ammortizzatore così come per il gasolio agricolo, che ci sia uno sgravio sulle accise o in alternativa uno sgravio delle tasse.

● La reintroduzione dei contributi a fondo perduto per acquisto di mezzi (che per usura vanno cambiati) e che i rincari non gravino solo sulle spalle degli autotrasportatori ma, anche dei grandi Commitenti.

TURISMO E VIABILITÀ Una delle fonti di reddito dell’economia Sarda è il turismo, ci chiediamo chi verrà in Sardegna considerando i costi per raggiungerla?

I Sardi che devono viaggiare per lavoro e/o per salute, o chi più semplicemente deve rientrare per vedere un familiare, cosa deve fare? Chiedere un prestito se ha la possibilità di farlo? Riguardo le strade, non è possibile che, quelle che abbiamo oltre che essere poco scorrevoli, perché prevalentemente a 2 corsie, siano completamente dissestate, o franate.

Per quanto sopra si chiede:

● che vengano abbassati i prezzi dei carburanti (individuando e sanzionando chi fa speculazioni sugli stessi), biglietti aerei, navali e di ogni mezzo di trasporto; che ci sia una manutenzione delle strade esistenti e un conseguente miglioramento della viabilità;

La Regione deve intervenire affinché la nostra Isola geografica non diventi luogo d'isolamento e di continuo impoverimento, e far si che viaggiare non diventi un privilegio di pochi.

SETTORE PRIMARIO Una Regione la cui economia è sorretta dal settore primario, la cui produzione è dislocata su tutto il territorio regionale, si ritrova costantemente ad assistere alla chiusura delle aziende agrozootecniche.

● Per quanto riguarda l'irrigazione: alle quote molto alte si aggiungono anche i disagi dei lavori di manutenzione che, puntualmente vengono effettuati durante il periodo di irrigazione e non preventivamente, quindi oltre i costi si aggiunge il disagio nell'utilizzo. Pertanto, chiediamo:

-una rimodulazione delle quote fisse

-un costo dell'acqua ad un prezzo politico.

-lo stop all'utilizzo dell'acqua pubblica e incentivi verso produzioni destinate a biomassa.

-Per quest'anno vista la crisi chiediamo l'uso gratuito, per rimettere in moto quanto prima il reperimento di materie prime.

● Serve una sostenibile programmazione colturale, in armonia con le vocazioni naturali dei territori, immediata e futura che, incentivi produzioni di granella e foraggere proteiche, volta anche al miglioramento delle caratteristiche dei nostri suoli per un minore utilizzo dei concimi di sintesi, questa è l'unica strategia che può alleviare la nostra dipendenza da approvvigionamenti extra regionali che spesso oltre a materie prime di scarsa tracciabilità, ci lascia nelle mani della speculazione, va considerato anche in quest'ottica, il voler accompagnare le produzioni per il commercio a diretti patti equi tra produttori primari e allevatori. Serve che il produttore primario possa contrattualizzare le proprie materie prima con l'iniziale punto di riferimento basato sul costo di produzione.

● Servono interventi congrui e immediati per calmierare speculazione e costi per l'approvvigionamento alimentare del nostro bestiame, carburanti, energetici e fabbisogni aziendali, facendo sì che produrre non diventi un lusso che quasi nessuno si potrà permettere.

● Serve una premialità diversificata nei parametri, volta a ridare ai territori, in sostenibilità ambientale, sostegno alle proprie vocazioni agrozootecniche.

● Servono urgenti interventi per una adeguata viabilità rurale al passo con i tempi, l'approvvigionamento idrico aziendale di acqua potabile sia per uso umano che per il bestiame, interventi di elettrificazione e utilizzo delle fonti rinnovabili per abbattere i costi energetici aziendali.

● Serve un vero dimensionamento della parte burocratica ormai diventata una vera cappa al mantenimento e proseguo delle nostre attività, innescando un testo unico delle leggi in materia delle attività produttive agricole.

● Bisogna incentivare l'inserimento giovanile, con una commissione che valuti una preadesione, volta ad essere messa in atto se il richiedente ne abbia davvero i requisiti, rimodulando alcuni aspetti per non favorire l'inserimento fittizio a discapito di chi vuole veramente essere un operatore attivo.

● Servono ristori immediati che non siano rivolti ad un numero ristretto di aziende zootecniche senza neanche seguire il parametro del prodotto lordo standard dei 15 mila euro, come è successo per esempio per i 7 euro a capo ovino, e la soglia dei 100 capi minimi, facendo si che siano escluse più di 5000 aziende.

● In tutti i modi, si cerca di non agevolare la produzione suinicola, favorendo le importazioni, ponendo vincoli e burocrazia infinita che ricadono sopratutto sui piccoli allevamenti. Si chiede che vengano favoriti gli allevamenti suinicoli sardi, con una politica volta al favorire la produxione, rivedendo i vincoli imposti e la burocrazia.

● COMPARTO EQUESTRE: Il settore equestre ha da sempre rappresentato una voce integrativa nella azienda agricola sarda. Non esiste infatti, o sono molto limitati gli allevamenti sportivi, bensi nella stragrande maggioranza dei casi sono gli stessi imprenditori agricoli ch coltivano la passione dell’allevamento equino.

In questo settore è quanto mai necessario:

1) prevedere tempi certi, non superiori i 30 gg come accade in Francia, nella erogazione delle vincite

2) rivedere i modi e i tempi di sostegno agli allevatori di fattrici, veri conservatori della razza anglo araba sarda.

● Serve una riorganizzazione delle 3 agenzie regionali Argea Agris e Laore, capaci veramente di adempiere alle loro funzioni preposte di: ente pagatore, ente di ricerca ed ente di coordinamento e attuazione dei programmi di sviluppo rurale. Riguardo Argea si chiede che vengano pagati tutti gli arretrati psr e pac spettanti (conpresi i danni della lingua blu, cavallette ecc.). Serve un ente pagatore capace di far arrivare le premialità con l'inizio dell'annata agraria entro il mese di settembre.

Inutile si faccia leva su Pac, Psr ecc. se qualsiasi contributo viene pagato con ritardi assurdi che non permettono minimamente di progettare per il futuro, o semplicemente per l’annata successiva! Gli stessi allevatori si sono ritrovati a dover “fare” i tecnici e presentarsi al governo centrale, perché chi ci governa insieme alle associazioni di categoria non è stato in grado di strutturare una Pac, ne tantomeno di tutelare gli interessi di un settore fondamentale. Si continuano a subire le sanzioni e bastonate dall’UE, perché non siamo in grado di strutturare dei piani che permettano alla Sardegna di allinearsi all’Europa.

ENERGIA:

Il costo dell’energia, come per i trasporti, incide in maniera cospicua nel bilancio di una qualsiasi azienda, settore, e nella vita quotidiana di ogni famiglia. E’ paradossale che la Sardegna da importante produttore, sia proprio la principale vittima di questa speculazione.

Si sta facendo in modo che la Sardegna non possa essere economicamente competitiva, i costi di produzione non permettono di immettere sul mercato prodotti di qualità con prezzi accettabili, e questo fa si che vengano avvantaggiati altri prodotti, provenienti da altri territori e spesso di qualità minore rispetto ai nostri!

Per i motivi sopra elencati, manifesteremo alla Regione Sardegna tutto il nostro dissenso, ricordando loro, che vi sono le possibilità e modalità per soddisfare i vari punti esposti, una tra le tante: i fondi PNRR.