La sanità nuorese è al collasso e i sindacati territoriali Cgil, Cisl e Uil annunciano uno sciopero generale nella prima decade di aprile.

In un incontro pubblico questa mattina nei locali della Provincia, i sindacati hanno chiamato a raccolta i sindaci, i consiglieri regionali e parlamentari del territorio, a cui hanno chiesto piena adesione allo sciopero. "I nostri reparti funzionano mediamente con il 40% dell'organico in meno, le liste d'attesa sono lunghissime e i servizi non adeguati - ha detto la coordinatrice delle Rsu dell'ospedale San Francesco, Annarita Ginesu - Da mesi chiediamo all'assessore alla Sanità Luigi Arru che venga sbloccato il turnover, i concorsi per infermieri e assistenti socio sanitari sono già stati espletati, ma non ci ha ascoltato. Inoltre non abbiamo avuto risposte sulla Reus, il reparto per la gestione dell'emergenza urgenza, con il servizio dell'elisoccorso che da questa zona è stato cancellato".

"Questo comporta - ha aggiunto la sindacalista - un rischio altissimo per il trasferimento dei pazienti 'tempo dipendenti' e comporta anche lo smantellamento di alcuni reparti come neurochirurgia e emodinamica. Un'altra criticità è l'assistenza domiciliare integrata (Adi): ricordo che ci sono 10 infermieri che assistono 800 pazienti in tutti i paesi della provincia".

"Non è tollerabile che una mammografia venga prenotata al San Francesco per luglio del 2018 - ha sottolineato la sindaca di Fonni Daniela Falconi - ed è per questo che siamo qui oggi, perché il nostro diritto alla salute deve essere lo stesso rispetto ai cittadini dei poli sanitari più forti. Gli anziani del mio paese si lamentano delle condizioni del pronto soccorso di Nuoro a cui giocoforza si rivolgono perché nel territorio non sono rimasti più servizi per loro. E' ora di dire basta".

"Al silenzio della Regione si risponde con lo sciopero generale - ha rincarato Sandro Fronteddu segretario della Funzione pubblica Cgil - è evidente che la provincia di Nuoro non ha risposte sanitarie e i lavoratori stanno lavorando in condizioni critiche con turni di lavoro massacranti".