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Davanti ai finanzieri ha ammesso di aver trovato un motore di una barca sulla spiaggia di Porto Pino e, seppur consapevole che fosse un elemento di un’imbarcazione utilizzata per l’immigrazione clandestina, lo aveva preso per trarne profitto dalla vendita privata, omettendo la denuncia del rinvenimento alle Autorità competenti.
Nei guai è finito un uomo residente a San Giovanni Suergiu, denunciato per ricettazione, che prevede la reclusione da 2 a 8 anni e una multa da 516 a 10.329 euro.
L’attività dei finanzieri della Sezione Operativa Navale di Sant’Antioco ha avuto origine da un controllo incrociato effettuato sulle banche dati in uso al Corpo confrontate con le informazioni presenti sui social. In particolare, su Facebook è stato individuato un annuncio relativo alla vendita di un motore fuoribordo che, per le peculiarità tecniche e dalle immagini pubblicate, ha subito insospettito i militari proprio perché il propulsore era della stessa tipologia utilizzata dai migranti clandestini nelle tante traversate in mare che hanno avuto come meta finale le coste meridionali della Sardegna.
Nelle chat con i potenziali acquirenti, il venditore aveva anche imposto il prezzo di vendita: stimato in circa 700 euro.
Una volta identificato il venditore, i finanzieri lo hanno invitato in caserma, dove ha ammesso la propria colpa.