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Agli amanti del naturismo la Sardegna offre angoli selvaggi, protetti e incontaminati, dove poter godere del sole senza veli, ma a proprio rischio e pericolo, perché la violazione dell'articolo 726 del codice penale è in agguato. Infatti le forze dell'ordine, in particolare la Guardia Costiera e la polizia locale, vigilano per l'osservanza della norma che protegge il pubblico pudore in luoghi pubblici, come sono classificate le spiagge essendo un bene demaniale, quindi accessibile a tutti, compresi i bambini e le persone osservanti.
La norma è controversa secondo le associazioni di naturisti, che sostengono che in alcuni casi il nudismo ''come filosofia e come pratica di vita'' va interpretato facendo riferimento ai contesti privato, associativo e pubblico.
''Ognuno di questi tre contesti ha leggi diverse alle quali il naturismo può attingere, e ad eccezione fatta del contesto pubblico, dove c'è ancora qualcosa da fare - spiegano -, nei primi due casi il naturismo e il nudismo sono assolutamente riconosciuti e tutelati''.
Per poter prendere la tintarella integrale in Sardegna è necessario dunque trovare spiagge e calette isolate, lontane da occhi indiscreti. Da anni famosa per la sua bellezza incontaminata, la spiaggia di Piscinas, in comune di Arbus nel sud ovest dell'isola, con il suo mare cristallino e un retroterra di dune che costituiscono il sistema desertico più alto d'Europa, è senz'altro una delle mete più frequentate dai naturisti. Fin dagli anni '70 fu scoperta e segnalata come luogo sicuro per la tintarella integrale: lunga oltre 5 km, larga in certi tratti oltre 100 metri, offre innumerevoli punti lontani da sguardi indiscreti.
E' sufficiente percorrere qualche centinaio di metri dall'unica strada di accesso per essere in completa solitudine. Una spiaggia sulla quale fu costruito un magazzino per l'imbarco del minerale della vicina miniera di Ingurtosu, oggi trasformato in uno dei più discreti ed esclusivi hotel del Mediterraneo, che ha tutti i servizi di spiaggia, ma che al contempo offre spazi anche agli amanti delle tintarella integrale.
In provincia di Cagliari sono segnalate per la pratica del nudismo le spiagge e le cale di Cala Fichera e di Calamosca in città, di Mari Pintau e Sant'Anna Arresi, alcuni tratti isolati di rocce e calette a Sant'Antioco e Villasimius, ma più che altro luoghi in cui la solitudine dev'essere il primo parametro di valutazione prima di cedere alla tentazione della tintarella o del bagno senza il costume.
A nord dell'isola i siti web segnalano la spiaggia di Porto Ferro, ad Alghero, come meta di naturisti, ma solo nei periodi 'di spalla': la tranquillità e l'isolamento si possono trovare solo a giugno ed a settembre, quando la spiaggia di rena rossa, dovuta ai microscopici pezzetti di corallo, è libera da campeggiatori e amanti del surf e della pesca subacquea. Sempre in provincia di Sassari la spiaggia di Pazzona, in comune di Stintino, offre anch'essa tranquillità e discrezione.
La si raggiunge percorrendo la SP 34 verso Porto Torres. Una strada sterrata in pochi chilometri porta alla spiaggia, che, quando libera da alghe, offre un mare di color azzurro intenso, dalle acque cristalline dove non mancheranno le possibilità di scattare tante foto da cartolina. L'isolamento dal resto del mondo è garantito. Sulla costa orientale sarda i siti web suggeriscono alcune spiagge di San Teodoro e Dorgali, ma è necessario trovare la (difficile) spiaggia deserta.
Alcune spiagge della Costa Smeralda e della Costa Paradiso, nel nord dell'Isola sono praticate da nudisti, ma solo in condizioni di bassa stagione e di assoluta tranquillità. Sempre con il rischio, per chi pratica il nudismo, di essere sanzionato dalle forze dell'ordine per violazione della norma sulla pubblica decenza. Così è successo l'anno scorso quando i carabinieri della compagnia di Siniscola hanno denunciato tre turisti (due tedeschi e uno del Liechtenstein) in violazione dell'articolo 726 del codice penale, ovvero "atti contrari alla pubblica decenza". <