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Numeri che fanno riflettere di quanto sia florido il commercio clandestino di bronzetti, gioielli e vasellame antichi che vengono venduti tra collezionisti e appassionati. Senza poi contare l’attività illecita dei tombaroli nei siti di importante pregio storico: questa mattina, in via Dei Salinieri, il soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, Maura Picciau assieme al Maggiore Paolo Montorsi, hanno tracciato un resoconto delle indagini e dei sequestri operati, con le relative denunce all’Autorità Giudiziaria nei confronti di numerosi soggetti.
In particolare, sono circa 3mila i beni culturali, tra cui reperti archeologici, beni archivistico/librari, oggetti ecclesiastici e opere d’arte contraffatte, recuperati dai militari dell’Arma durante un anno di intenso lavoro: 52 le persone denunciate a vario titolo coinvolte in un vasto giro di traffico di reperti (poco meno di 600 sono gli oggetti trafugati, tra cui spiccano bronzetti di epoca nuragica, gioielli e vasellame di vario tipo.
In possesso di un antiquario di Cagliari sono stati inoltre individuati 39 beni ecclesiastici rubati a marzo del 2018 nella chiesa campestre di "Centro 2 Sassu" ad Arborea. I prodotti artigianali sono stati restituiti alla comunità parrocchiale, mentre per l’antiquario è scattata la denuncia per ricettazione. Restituito poi all'Archivio Storico Diocesano di Cagliari un documento d'archivio del 1592dal titolo "Informacion recebida sobre la invencion y milagros de la santa imagen de la santissima virgen de buenayre", assieme alla traduzione in italiano di fine '800 - inizi '900 con cui l'Arcidiocesi di Cagliari riconobbe ufficialmente la storia e i miracoli attribuiti alla statua di Nostra Signora di Bonaria, custodita nell’omonima Basilica.