Dopo il passaggio del ciclone Cleopatra, la Sardegna e i suoi cittadini continuano a lanciare gridi di allarme. L’ultimo arriva dagli amministratori locali della Provincia di Nuoro, pronunciati sul “rischio che il bacino del rio Posada possa presto trasformarsi in una fogna a cielo aperto”.
A interrogare le stanze dei palazzi ministeriali è ancora il deputato Lello Di Gioia che, dopo l’intervento di ieri in aula della Camera contro la bocciatura degli emendamenti sui fondi previsti alla Regione, torna oggi a chiedere interventi urgenti al fine di “ristabilire la piena funzionalità delle strutture danneggiate”.
Per gli effetti devastanti dell’alluvione, - si legge nella interrogazione – non è più utilizzabile il depuratore di Bitti-Lula_Onani, permettendo così alle acque reflue di arrivare senza filtri nel Rio Mannu, confluente del Rio Posada; e nemmeno il depuratore di Torpè che riversa così i suoi reflui direttamente nel Rio Posada”.
I danni finora sono stati limitati grazie anche alla diluizione causata dalle piogge durante la stagione invernale che, al contrario, rischiano di aumentare con l’arrivo della stagione secca e l’afflusso dei turisti.
La situazione –continua Di Gioia – è grave anche a Nuoro dove non sta funzionando l’impianto di sollevamento di ‘Tanca e S’ena con il conseguente scarico dei reflui non depurati nel rio Su Grumene e, quindi, nel fiume Cedrino. La gravità della situazione è stata illustrata al Commissario delegato per l’emergenza alluvione in Sardegna e ai vertici dell’Ato e di Abbanoa, ma nessuna risposta è pervenuta sui tempi e gli eventuali interventi di ripristino delle strutture compromesse.
Il deputato chiede, dunque, ai ministri di stabilire e coordinare interventi urgenti al fine di ristabilire la piena funzionalità delle strutture e, al contempo, di conoscere quali siano i piani di intervento già decisi per sanare i danni prodotti dall’alluvione in Sardegna e se disponibile un crono programma per evitare ulteriori danni alla popolazione già provata.