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“Grazie Cagliari. Ci sono una città, una Sardegna e un’Italia che esistono e resistono contro l’omo-bi-transfobia, contro il razzismo, la xenofobia e ogni forma di violenza e odio sociale. Questa è la società che vogliamo e per questo abbiamo combattuto, combattiamo e combatteremo sempre”.
Il post pubblico sulla fan page di Fb “Sardegna Pride” sancisce un successo già annunciato, nel capoluogo sardo si registrano più di 20mila persone che si sono date appuntamento in via Sant’Alenixedda, con i colori dell’arcobaleno, della festa, della gioia di stare uniti, tutti, per un unico obiettivo: abbattere quel muro chiamato discriminazione, di razzismo, in una società spesso orfana di sacrosanti diritti civili tra le persone.
Un giorno qualunque, un sabato 7 luglio, che dove Cagliari ha risposto fedelmente allo slogan #esistiamo #resistiamo, un evento quello organizzato dal Coordinamento Sardegna Pride, che raggruppa, sotto la guida di Arc Onlus, le realtà che si occupano di diritti civili nell'Isola: Mos - Movimento omosessuale sardo, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Unica Lgbt, Sardegna Queer, Gaynet, Cgil Ufficio nuovi diritti, al quale hanno risposto a testa alta indistintamente tutti.
E come annunciato nelle scorse settimane, a preludio del Sardegna Pride, decine di amministratori, sindaci, rappresentanti di altrettante associazioni, hanno messo da parte qualsiasi colore politico per esserci, per manifestare con forza il bisogno di essere uniti.
Diversi gli interventi sul palco allestito davanti al Teatro lirico, poi i carri e il lungo serpentone di persone, con bandiere, striscioni, alternati da una pacifica presenza di uomini, donne, uniti dal desiderio di farsi sentire e rivendicare ciò che in altre parti del mondo è consuetudine. Appuntamento, con orgoglio, all’anno prossimo.
(Nella foto in basso, gli assessori comunali Marzia Cilloccu e Paolo Frau, insieme al giornalista Michele Pipia)