Va bene il metano, ma a integrazione delle fonti di energia già esistenti. È quanto sostenuto nel forum della Confindustria Sardegna, svoltosi ieri a Cagliari. “Su un tema prioritario come quello energetico per la Sardegna è ora delle scelte”, ha detto il presidente di Confindustria Sardegna Centrale, Roberto Bornioli nel corso della sua relazione introduttiva.

“L’energia”, ha sottolineato Bornioli “ è un fattore di sviluppo e le politiche energetiche hanno un forte impatto sulle famiglie, sulle imprese, sul sistema produttivo, economico e ambientale. Dalla Giunta e dal Consiglio regionale ci aspettiamo scelte politiche chiare”.

Chiamata in causa, l’assessore regionale all’industria, Maria Grazia Piras, presente all’incontro ha tenuto a precisare che sul metano si deciderà in due-tre mesi. “Stiamo verificando”, ha aggiunto Piras, “le proposte del Governo sul Galsi, se decidono in tal senso noi ci siamo. Nel frattempo concluderemo le analisi sui costi e sulle procedure in merito alle altre opzioni, tra cui il gasdotto Sardegna-Continente, i rigassificatori, i depositi costieri o lo sfruttamento di nostre risorse. Ogni alternativa ha i suoi pro e i suoi contro, occorre una valutazione organica su tutto il quadro».

“L'essenzialità delle centrali sarde”, ha continuato l’assessore, “è un strumento perequativo per compensare l'assenza di metano nell'isola e su questo la Regione è pronta e determinata a fare la sua battaglia. Si tratta di uno strumento necessario in attesa della metanizzazione e in attesa di avere un quadro più corretto dei consumi di energia nell'isola. Non ci sarà dunque la chiusura di centrali elettriche alimentate da fonti fossili in Sardegna. Alcune centrali sono necessarie per la sicurezza del sistema energetico regionale. E poi occorre capire che ogni scelta va contestualizzata: occorre tener conto anche degli aspetti sociali e occupazionali ai quali la Regione non è indifferente».