Sono diverse le persone che arrivate nei giorni scorsi in Sardegna non si sono sottoposte al tampone 48 ore prima e che hanno deciso di non effettuarlo nemmeno allo sbarco.

Un’opzione che rientra tra le tre indicate nell’ordinanza firmata dal presidente Solinas il 5 marzo scorso e valida da lunedì 8 marzo. Coloro che non siano stati vaccinati o che non si siano sottoposti al tampone prima dell’arrivo in Sardegna, dovranno alternativamente: recarsi presso le aree dedicate nei porti e aeroporti al fine di sottoporsi al tampone rapido antigenico; recarsi, entro 48 ore dall’ingresso nel territorio regionale, presso una struttura autorizzata (pubblica o privata accreditata) e sottoporsi al tampone molecolare, a proprie spese, con onere per la struttura stessa di darne comunicazione all’Azienda sanitaria territorialmente competente oppure porsi obbligatoriamente in isolamento fiduciario, dall’ingresso in Sardegna per i successivi dieci giorni, presso il proprio domicilio, con onere di darne comunicazione al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta ovvero, per i non residenti, all'Azienda sanitaria territorialmente competete per il tramite del numero verde.

Cosa significa? Vuol dire che la Regione Sardegna dà la possibilità di effettuare il tampone gratuitamente al viaggiatore, subito all’arrivo, ma che quest’ultimo può scegliere di non farlo in quel momento. Dunque, lascia porto o aeroporto, consapevole che ha due possibilità: fare il tampone dopo 48 ore o mettersi immediatamente in isolamento fiduciario.

È ovvio che, in questa fase, se mancano i controlli l’obiettivo di “difendere la salute pubblica, non solo la salute dei sardi, ma anche di chi viene in Sardegna per trascorrere una vacanza e non è giusto che contraggano altro”, come sostenuto dal Governatore sardo, risulta davvero impossibile.

D’altronde però, lo scorso anno, quando Solinas aveva chiesto di accompagnare l'ingresso sull'Isola di ciascun passeggero con un certificato che attestasse l'esito negativo del tampone, tutti gli andarono contro, contestandone l'incostituzionalità.

Dunque, come sempre, l’unico modo per far rispettare le regole è attuare una rete di controlli e predisporre un servizio efficace. Appellarsi al senso di responsabilità non serve ormai più.

I controlli ci sono? Stando alle testimonianze che arrivano dirompenti in queste ultime ore, no.

È di oggi la denuncia della sindaca di Onanì, Clara Michelangeli.

O si potenziano i controlli o si prendono misure più stringenti, l’out out dei sardi.