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In Sardegna fra 14 anni un abitante su tre (il 33,8%) avrà più di 60 anni, quota destinata a salire' al 38,6% nel 2065.
Se non si riuscirà a investire la tendenza, andrà fuori controllo l'indice di dipendenza strutturale, cioè il rapporto tra la popolazione in età non attiva (quella da 0 a 14 anni e oltre i 65 anni) e la fascia degli atti (15-64 anni).
Lo evidenziano le Acli, in base a elaborazioni di Iares (l'istituto per la ricerca e lo sviluppo delle Acli) su dati Istat.
La questione anziani e' al centro di una proposta di legge che Acli Sardegna e FapAcli-Federazione anziani e pensionati hanno presentato stamane in un convegno a Cagliari per promuovere la cittadinanza attiva e il servizio civile dei pensionati sardi, che potrebbero essere coinvolti in attivita' sociali e sociosanitarie, negli orti sociali e nel recupero dell'autoproduzione alimentare e di antiche tradizioni artigianali.
"Il testo ha gia' l'appoggio dei consiglieri regionali del Pd Valter Piscedda e Roberto Deriu", spiega il presidente regionale delle Acli Fabio Meloni, che ha ricordato come una proposta analoga sul servizio civile degli anziani sia stata gia' adottata con successo in Veneto.
In Sardegna il "peso" dei non attivi sugli attivi era del 46% nel 2011, mentre nel 2030 sara' del 67,7% e nel 2065 salira' al 96,7%, una situazione di squilibrio generazionale insostenibile che fa presagire un crac demografico, a meno di un'inversione di tendenza.