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“A Malta c’è anche mia figlia”. Lo racconta a Sardegna Live il padre di una ragazza di Cala Gonone, arrivata a Malta 12 giorni fa. Il suo viaggio/studio terminerà tra due giorni, ma non potrà rientrare in Sardegna. La ragazza, infatti, è stata posta in quarantena perché ha avuto contatti con persone positive. “Tra i compagni di scuola – ci spiega il genitore - ci sono circa 21 ragazzi positivi, quindi hanno bloccato tutti. Nonostante i tampone negativo, le autorità maltesi hanno deciso di mettere tutti in quarantena per 14 giorni, quindi se tutto va bene il 21, data della quarantena, mia figlia dovrebbe rientrare”.
Sono tra 120 e 130 (ma il numero è destinato probabilmente a crescere), gli italiani bloccati in quarantena a Malta dopo essere risultati positivi o per essere stati in contatto con i loro compagni di viaggio, studio o movida. A renderlo noto è l'ambasciatore italiano a La Valletta, Fabrizio Romano, intervistato dall'Adnkronos sulla situazione a Malta, dove negli ultimi giorni si è registrato un preoccupante rialzo del numero dei contagi di Covid, soprattutto tra gli studenti delle scuole di lingua.
Il papà della ragazza sarda ci dice anche che “i ragazzi due giorni fa sono stati spostati in un altro albergo, in quanto quello che li ospitava non era in grado di assisterli, infatti è capitato che qualche sera sono rimasti a digiuno perché non hanno portato la cena. Per ora, se pur tranquilli, passano le giornate in camera, nessuno è autorizzato ad entrare in albergo, se non gli operatori dell'agenzia che ha organizzato il viaggio studio”.
L'ambasciatore italiano ha anche precisato che "sulla base di tali segnalazioni e dei contatti diretti con le strutture, stiamo mantenendo una mappatura aggiornata, prestando particolare attenzione alle strutture che ospitano gruppi di ragazzi giunti a Malta per corsi di lingua". "Fermo restando - conclude -che la gestione delle persone in isolamento, sia i positivi che chi ha avuto contatti con le precedenti due categorie sono affidati alle cure del personale e delle strutture sanitarie qui esistenti".