PHOTO
«Per aver conseguito con la loro encomiabile attività canora altissimi traguardi nazionali e internazionali diffondendo come nessuno la musica delle canzoni popolari sarde in Italia e all’estero».
Con questa motivazione Il Commissario di Sarule, Felice Corda, ha conferito la cittadinanza onoraria postuma ai due artisti. si realizza, quindi, la volontà del precedente consiglio comunale del piccolo centro barbaricino che ha dato i natali a Salvatore Sini.
Ed è proprio all’esecuzione della più celebre poesia di quest’ultimo, “No Potho Reposare”, da parte dei due artisti che si lega il conferimento di questa importante onoreficenza.
Fattore, questo, che è stato sottolineato dallo stesso Commissario Corda nel corso della cerimonia che si è tenuta 16 settembre presso il Centro culturale “Don Piu” alla presenza dei due Sindaci che hanno amministrato Sarule negli ultimi quindici anni, Antonio Gaia e Mariangela Barca, e del figlio del grande “Badore Sini”, Agostino.
In rappresentanza della famiglia Carta, i fratelli della grande artista silighese Gigi e Tino e la sorella Rina mentre per la famiglia Parodi, il figlio di Andrea, Luca.
Per l’occasione è stato anche proiettato un estratto deDurante la manifestazione è stato proiettato un estratto dell’ultimo concerto tenuto da Maria Carta nell’isola (alla fiera di Cagliari nell’agosto del 1993) nel quale eseguì “No potho reposare” affiancata proprio da Andrea Parodi.
«In particolare – si legge nella motivazione – con l’unicità delle loro interpretazioni sia singole che d’insieme per aver diffuso nel mondo la melodia “No potho reposare” dell’avvocato e poeta sarulese Badore Sini (A Diosa) rendendo prestigio e popolarità inusuali alla poesia, al poeta e al paese natio».
Giacomo Serreli (Responsabile del Comitato Scientifico della Fondazione Maria Carta) ha voluto ricordare il fatto che l’artista silighese abbia inciso la famosa poesia di Sini per la prima volta nel 1978, in “Umbras”, accompagnata dalla chitarra di Lorenzo Pietrandrea.
Per Serreli, l’iniziativa della comunità di Sarule «aiuta a rafforzare il riconoscimento che il lavoro e il ruolo di Maria Carta meritano, che hanno avuto e che continuano ad avere per la Sardegna».