"Con uno sgabello, un detenuto ha aggredito il suo compagno di cella mentre dormiva, fracassandogli la testa. Trasportato in codice rosso al pronto soccorso di Sassari, l'uomo è attualmente in fin di vita”. A renderlo noto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), che parla di una "notte di terrore" nel carcere di Bancali, Sassari.

“Non sono note le ragioni di questo folle gesto – continua Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sappe -, ma la situazione del carcere di Bancali è allarmante”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato, "è necessario ripensare completamente la questione penitenziaria. Quanto accaduto nel carcere di Bancali deve necessariamente far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la Polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress e grande disagio durante l'espletamento del proprio servizio. Non possono più essere ammissibili e tollerabili atteggiamenti prevaricatori, arroganti da parte di una utenza che ormai, è notorio a tutti, è sempre più spietata ed insofferente al regime penitenziario, sia adulto che minorile. La politica deve farsi carico di tale problema assumendo idonee iniziative legislative per risolvere quando prima tale questione".

Il Sappe, che ha già annunciato una protesta in piazza a Roma a settembre, chiede "l'uso degli scudi protettivi e caschi come deterrenti e a protezione dei poliziotti penitenziari. Se il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Carlo Renoldi non è in grado di trovare soluzioni alla gravissima situazione delle carceri italiane e alla tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria deve avere la dignità di dimettersi", conclude il Sappe in una nota.