Colpo di scena nella mattinata di oggi, martedì 13 febbraio, durante il processo per l'omicidio di Toni Cozzolino, il 49enne di Olbia bruciato vivo per strada l'11 marzo 2022, per il cui omicidio è accusato il suo vicino di casa, Davide Iannelli, e morto in ospedale dopo dieci giorni di agonia.

A sorpresa, infatti, l'imputato non si è presentato in aula, inviando un documento con cui dichiara la sua rinuncia a essere sottoposto all'esame, previsto oggi, chiedendo che il processo prosegua in sua assenza.

"L'assenza dell'imputato non deve essere interpretata come una rinuncia a comparire. In realtà il nostro assistito non si trova nelle condizioni di salute psicofisiche idonee per sottoporsi a esame", ha detto l'avvocato Abele Cherchi, che con la collega Cristina Cherchi, difende Iannelli. "Ribadisco che abbiamo in atto una perizia psichiatrica che di dice che l'imputato ha un chiaro disturbo borderline della personalità. Dal momento dell'arresto, fino a oggi è sottoposto a terapia di psicofarmaci, variata solo aumentando le dosi somministrate - aggiunge - Noi stessi difensori abbiamo grandissime difficoltà a interfacciarci con lui. Ribadisco che Iannelli non sta bene".

Una interpretazione contestata dal pm, Daniele Rosa, e dagli avvocati di parte civile, Giampaolo Murrighile, Antonio Fois e Massimmo Perra: "Ho l' impressione che si tratti di strategia processuale - ha detto il sostituto procuratore di Tempio Pausania - L'imputato finora ha assistito a tutte le udienze e proprio a questa non viene. Non c'è alcun certificato medico sulle sue condizioni di salute. La sua rinuncia va interpretata come un esplicito rifiuto a sottoporsi a esame".

La Corte, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, ha aggiornato l'udienza al 26 marzo, per sentire i primi sei testi della difesa.