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“Praticamente prese a schiaffi, sballottate e abbandonate.” Questo è il trattamento riservato, secondo la consigliera regionale del M5s Desirè Manca, alle vittime di violenza quando si recano al Pronto Soccorso di Sassari. La consigliera aveva già segnalato dei disservizi, ma fu smentita dall’Azienda ospedaliera il 14 novembre affermando che le accuse erano prive di fondamento e che il coordinamento del Codice rosa fosse stato inserito come funzione trasversale alla struttura semplice dipartimentale di psichiatria e psicologia ospedaliera.
Per tale motivo Desirè Manca ha deciso di recarsi personalmente presso la struttura sanitaria presentandosi come paziente. Arrivata nella giornata odierna alle 10.20 ha chiesto di essere sottoposta al percorso dedicato a un paziente vittima di violenza sessuale (al pronto soccorso nel frattempo si contavano 22 accessi). “Ho chiesto a uno dei due medici di turno presenti di darmi dimostrazione del percorso, attraverso i fatti, che confermasse quanto dichiarato dai vertici dell’Aou, ovvero che il codice rossa fosse stato inserito come funzione trasversale. Purtroppo – denuncia Desirè Manca - ho potuto verificare e toccare con mano la veridicità delle mie precedenti affermazioni, messe nero su bianco in un’interrogazione. Da quando il Codice rosa per le vittime di violenza è stato soppresso, i pazienti vengono letteralmente schiaffeggiati, hanno perso un servizio essenziale, un atto di civiltà che deve essere riconosciuto. Siamo nel 2022 e qualsiasi persona, uomo, bambino o donna, vittima di violenza, che sia fisica, verbale, o psicologica, ha il diritto di essere curata e seguita nel proprio Pronto Soccorso. Invece l’Aou di Sassari ha calpestato questo diritto, basti pensare che nei giorni festivi non sono presenti figure come lo psicologo e l’assistente sociale. Come se le persone potessero scegliere in quale giorno essere aggredite. Assurdo e vergognoso”.
La consigliera regionale descrive l’esperienza come “percorso drammatico e traumatico a cui sono sottoposte oggi le persone vittime di violenza che arrivano al Pronto Soccorso dell’Aou di Sassari”.
“Prima parcheggiate in un ambulatorio per ore in attesa di una visita, poi caricate come pacchi su un’ambulanza e trasportate in un altro plesso ospedaliero per poter fare una prima visita ginecologica. Ricaricate in ambulanza, riportate in ambulatorio e poi dopo altre ore di attesa un nuovo giro identico, ma verso un altro plesso ospedaliero ancora, per la visita infettivologica.”
“Al termine di uno strapazzo disumano, quando si attende una figura fondamentale come quella dello psicologo, si viene a scoprire che non c’è, perché, trattandosi di un giorno festivo, il servizio non è attivo. Lo psichiatra? È uno solo, ed è occupato nel proprio reparto per un tso per un tentativo di suicidio (si presenterà un'ora dopo la chiamata). L'assistente sociale? Assente anche questo perché nei giorni festivi non è previsto”
“Il riconoscimento del Codice rosa prevedeva la presenza di un’equipe multidisciplinare che, come dimostrato oggi, non esiste. Il servizio non esiste. Con molta rabbia rinnovo le mie affermazioni e stavolta ho dimostrato il calvario a cui vengono sottoposte le vittime. Mi dispiace enormemente che questa dimostrazione abbia avuto un esito positivo. Farò in modo che questo venga portato all’attenzione dell’assessore alla Sanità perché credo che le vittime non possano essere trattate in questo modo disumano, in cui per poter accedere alle cure debbano attendere un momento particolare, un orario e un giorno feriale” conclude la consigliera regionale.