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È stato presentato nei giorni scorsi, nel corso della giornata di studi promossa dal Circolo culturale Aristeo e dalla Biblioteca universitaria, il “Fondo Enrico Costa”, al termine delle iniziative messe in campo per i 110 anni dalla morte dello scrittore. “Quello del Costa è uno dei pochi fondi d’autore presenti in Sardegna, certamente uno dei più significativi – ha dichiarato Simonetta Castia, presidente di Aristeo –, comprende un ricco ed eterogeneo complesso di documenti, oggetti e immagini, come da tradizione: note e appunti biografici, epistolari, album fotografici, opere giovanili mai pubblicate in vita, abbozzi letterari, materiale a stampa e tanti altri elementi che mostrano, in maniera viva e sorprendente, lo spirito multiforme di un grande intellettuale sassarese negli anni della Belle Epoque, una fonte insostituibile per la ricostruzione del suo profilo biografico e del contesto in cui operò”.
“Un Leonardo sassarese” lo ha definito Angela Mameli, vicepresidente della Fondazione di Sardegna, mentre la stessa Castia ha ricordato come il fondo abbia potuto sopravvivere grazie all’interessamento dei figli Maria e Guido.
In biblioteca sono conservate la maggior parte delle testimonianze, dalle lettere, agli autografi alle rare fotografie. I tre ritratti più rappresentativi ne mostrano le sembianze da quindicenne, trentenne e infine in età avanzata. Una figura, quest’ultima, che ha ispirato la sagoma per il monumento dedicatogli in Piazza Fiume proprio un anno fa.
Stefania Bagella ha parlato degli aspetti della dimensione familiare e sui frammenti di vita di Costa. Carla Merella, nuova responsabile dell’Archivio storico comunale di Sassari, ha sottolineato come si abbia l’impressione che nessun documento sia sfuggito all’attenzione del diligente archivista, che commentava i documenti con i segni, inconfondibili, della matita blu e rossa. Di archivio d’autore impareggiabile ha parlato invece la paleografa Valeria Schirru.