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Il mandante dell'omicidio di don Peppe Diana, il parroco anticamorra di Casal di Principe ucciso nel 1994 mentre si preparava a dire messa, è stato scarcerato perché in gravi condizioni di salute.
Nunzio De Falco, detto "'o lupo", 71 anni, condannato a due ergastoli, era detenuto nel carcere di massima sicurezza di Sassari. Il tribunale di sorveglianza ne ha autorizzato il rientro a casa, a Villa Literno, nel Casertano. È ora agli arresti domiciliari perché malato terminale, un tumore.
Della vicenda parla oggi il quotidiano La Repubblica, riferendo anche la reazione di Marisa Diana, la sorella di don Peppe: "Io credo che, per le azioni che ha compiuto, per quel che ha fatto, doveva morire in carcere", dice Marisa Diana, 55 anni, insegnante di scuola media a Casal di Principe.
"Perché mio fratello - spiega - non è morto circondato dall'affetto dei propri cari. Perché io non ho potuto abbracciare don Peppe. No, io non ho avuto questa possibilità. E non doveva averla nemmeno lui". "Per quello che ha fatto, quell'uomo avrebbe dovuto morire in carcere. Io non ho potuto abbracciare mio fratello negli ultimi istanti, don Peppe non è morto circondato dall'affetto dei propri cari. Dunque, nemmeno chi è stato condannato come mandante del suo omicidio dovrebbe avere questa possibilità".
Fu Nunzio De Falco, secondo i giudici, a convincere il killer di don Diana, Giuseppe Quadrano, quel 19 marzo del 1994, a recarsi in chiesa e a sparare i colpi di pistola che uccisero il parroco della chiesa di san Nicola di Bari.