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La sanità algherese torna sotto i riflettori con una lettera accorata di una cittadina che denuncia i disagi vissuti dai pazienti oncologici dopo il trasferimento del reparto dall’ospedale Civile al III piano dell’ospedale Marino.
Lo spostamento, annunciato dall’ASL con una nota del 20 dicembre scorso, è stato motivato dalla necessità di lavori di ristrutturazione e adeguamento dell’impianto antincendio e dell’ampliamento della Medicina interna e Lungodegenza. Tuttavia, secondo la segnalazione, le condizioni della nuova sede sarebbero inadeguate per gestire il carico di pazienti e il lavoro del personale sanitario.
Tra le criticità evidenziate: spazi ridotti, difficoltà di accesso per i pazienti con disabilità, posti letto insufficienti e mancanza di supporto psicologico dedicato. Inoltre, il trasferimento ha comportato la perdita della vicinanza con altri reparti ospedalieri, rendendo più complessi gli accertamenti e lo scambio di documentazione clinica.
Nella lettera, la cittadina chiede per i pazienti e i loro familiari chiarezza sulle tempistiche del rientro all’ospedale Civile, sottolineando come la loro condizione non permetta attese indefinite.
Di seguito il testo integrale della segnalazione
"Con una nota del 20 dicembre scorso, l'ASL informava la popolazione dell'imminente trasloco del reparto/ambulatorio di Oncologia di Alghero definendolo necessario al fine di consentire alcuni lavori di ristrutturazione e adeguamento dell'impianto antincendio presso l'ala posta al primo piano dell'ospedale Civile.
Fu così che medici e pazienti migrarono in tempi record verso l'ospedale Marino senza che l'ambulatorio cessasse mai la sua attività e solo ed esclusivamente grazie all'abnegazione dei tre oncologi e di tutto il personale operante.
Sarebbe opportuno notare che in termini numerici l'oncologia algherese occupa il terzo/quarto posto in Sardegna e a oggi condivide il terzo piano della struttura fronte mare, con gli ambulatori specialistici precedentemente collocati presso il Poliambulatorio di Via Degli Orti, occupando però un'area talmente piccola rispetto al grande carico di lavoro, da risultare ridicola e a tratti offensiva verso chi è costretto a frequentarla.
Per restare in tema di numeri è giusto sapere che i tre oncologi hanno a disposizione solo due stanze nelle quali visitare. Una inacessibile ad un disabile in carrozzina perchè priva di spazi adeguati ed un' altra in cui si alternano o ''convivono'' due medici; i posti letto restano invariati solo se non si vuole guardare oltre il proprio naso ma privi di comodità perchè obbligatoriamente organizzati in stile Tetris; il piccolo corridoio che conduce alla medicheria è diventata una sala d'attesa di fortuna. Anche l'ex sede dell'Ospedale Civile non aveva ancora raggiunto l'ampiezza ideale per essere ancor più funzionale, ma almeno non era un ambiente claustrofobico, anzi era un ambiente curato e migliorato nel tempo in cui il paziente si sentiva sicuro.
Questo trasferimento ha portato più di un disagio agli utenti, disagi che non possono permettersi vista la già cagionevole situazione in cui versano. La residenza all'ospedale Civile permetteva di eseguire in loco accertamenti affidati ad altri reparti, lo scambio celere di cartelle cliniche, un numero quasi adeguato di posti auto dedicati ma soprattutto la certezza di avere a pochi metri, in caso di ricovero, i medici con cui si è instaurato un rapporto di fiducia difficile da descrivere a parole. Una delle precarietà di questo ambulatorio era ed è l'assenza dell'offerta di un supporto psicologico anch'esso messo nelle mani degli oncologi e dei loro splendidi collaboratori.
La ASL ha descritto come ''temporaneo'' questo trasloco ma ora gli utenti, i loro accompagnatori e la popolazione tutta a cui ha rivolto il comunicato di dicembre, pretende di sapere quali tempistiche abbia in mente! È ora che si faccia chiarezza sul futuro prossimo nel rispetto di chi, questo futuro se lo sta sudando in battaglia!
Se non è chiedere troppo, gradiremmo che le informazioni siano perlomeno veritiere."