Viaggio nell'universo complesso dell'amore - tra passione e delusione - con la rappresentazione di "L’Illusione Coniugale" di Éric Assous, tradotta da Giulia Serafini e interpretata da Rosita Celentano e Attilio Fontana, con la regia di Stefano Artissunch, prodotta da Synergie Arte Teatro.

Le tappe in Sardegna

Lo spettacolo sarà in scena mercoledì 8 gennaio alle 21 presso il Teatro Civico “Gavì Ballero” di Alghero, per poi trasferirsi giovedì 9 gennaio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer, venerdì 10 gennaio alle 21 al Cine/Teatro “Olbia” di Olbia, sabato 11 gennaio alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo e infine domenica 12 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale, nell'ambito della Stagione di Prosa 2024-2025 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna, con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e dei Comuni aderenti al Circuito e con il contributo della Fondazione di Sardegna.

Una commedia raffinata e brillante, incentrata su uno spietato gioco della verità, per una riflessione sul matrimonio all'inizio del Terzo Millennio: una coppia decide di affrontare la questione delle eventuali reciproche infedeltà attraverso una sincera confessione delle rispettive trasgressioni e “distrazioni”, a partire dai numeri, quasi a voler misurare la gravità del danno, o dell'inganno. Una provocazione o meglio una sfida che Giovanna lancia a Massimo, suo marito, incorreggibile libertino, forse anche una strategia per uscire da una crisi e ridare nuovo slancio alla loro relazione, infrangendo un muro invisibile fatto di silenzi e incomprensioni, segreti e bugie, un'opportunità per fare tabula rasa degli errori del passato e ricominciare da zero.

Se la donna indaga con nonchalance sulle molteplici avventure del consorte, quasi per una semplice curiosità statistica, nell'uomo la rivelazione di una liaison di lei suscita un'inattesa e feroce gelosia, insieme con la necessità dal gusto vagamente masochistico di scoprire il nome del rivale. La reazione dell'intemerato tombeur de femmes davanti all'ammissione di quell'unico tradimento, assai più grave ai suoi occhi delle sue fugaci scappatelle, così esagerata e paradossale, fa emergere tutta la sua fragilità non disgiunta da una punta di narcisismo. Nella sua confusione e nel suo turbamento, i suoi sospetti ricadono su Claudio, un amico di famiglia, così che un banale invito a pranzo si trasforma per l'ignaro ospite in una vera e propria “trappola”: sottoposto a un fuoco di fila di domande sempre più stringenti e mirate e costretto a rispondere sugli aspetti più intimi della sua vita, il malcapitato diventa testimone e strumento del duello verbale tra i due coniugi, in un susseguirsi di equivoci e coups de théâtre... con un finale tutto da scoprire.

“L’Illusione Coniugale” dell'affermato drammaturgo, sceneggiatore e regista francese Éric Assous (1956-2020) insignito del Grand Prix du Théâtre de l'Académie Française per le sue opere teatrali nel 2014 e due volte vincitore del Premio Molière, nel 2010 proprio per “L'Illusion conjugale” e nel 2015 per “On ne se mentira jamais !”, è una commedia dolceamara sulle contraddizioni del cuore e sulla complessità degli affetti. Uno strano triangolo in cui sono in gioco l'amore e l'amicizia tra fedeltà e tradimenti, offre lo spunto per un'analisi dei sentimenti, per comprenderne l'intensità e profondità, ovvero la superficialità, con una duplice prospettiva femminile e maschile, attraverso la contrapposizione tra la donna innamorata e la femme fatale, il bravo marito mite e gentile e il seduttore, con la consapevolezza che tutti possano di volta in volta specchiarsi e riconoscersi nell'uno o nell'altro ruolo, in base alla circostanze e ai propri stati d'animo.

Una pièce ironica e maliziosa sull'importanza dell'amore e sul valore e il significato del matrimonio nell'era delle chat e dei social media: gettate via le maschere, Giovanna e Massimo si trovano a fare i conti con un rapporto fondato sulle menzogne e logorato dai tradimenti, dove le ragioni per cui avevano scelto di sposarsi e vivere insieme giurandosi rispetto e fedeltà sembrano ormai dimenticate, sbiadite e confuse nel grigiore di una routine in cui resistono l'affetto e la tenerezza, e forse perfino il fuoco dell'antica passione, ma ormai offuscata dal dolore delle ferite sull'anima. Nel dialogo intessuto di accuse e recriminazioni, ammissioni di colpa e tentativi di autodifesa, si inserisce, suo malgrado, anche Claudio, nel ruolo di ipotetico amante della moglie e dunque rivale del marito: un rappresentante dell'universo maschile ben diverso rispetto all'amico, sia per temperamento che per principi, quasi il suo contrario, come a simboleggiare un'alternativa possibile e forse un modello più evoluto, ragionevole e civile ma anche lui alle prese con le regole di una società spietata e competitiva.

Fin dal titolo “L’Illusione Coniugale” evoca il disincanto e i dubbi dopo la fine dell'idillio, quando gli sposi si confrontano con la vita quotidiana e subentrano le insidie della noia e dell'abitudine o più semplicemente le promesse vengono disattese e il vincolo nuziale non basta per tenere a freno l'irrequietezza o allontanare le tentazioni: una commedia in bilico tra ironia e dramma perché si intuisce che dietro le parole a volte sferzanti o provocatorie si celano anni di solitudine e amarezza. Nella pièce Éric Assous mette in evidenza stereotipi e luoghi comuni, retaggio di una cultura patriarcale e maschilista per cui le scappatelle del marito possono essere minimizzate e ricondotte alla sua virile esuberanza, quasi un tributo al fascino muliebre, ma soprattutto sono irrilevanti a fronte di una più impegnativa relazione che infatti ferisce l'orgoglio di Massimo, il quale avrebbe preferito, a suo dire, che la moglie scegliesse forme di distrazione più superficiali e occasionali. Un'idea del matrimonio nello stile della “coppia aperta”, caratterizzata da un equilibrio e un'armonia senza gelosia e rivalità adatti a spiriti superiori, come nobile astrazione difficilmente raggiungibile nell'esperienza concreta, ma che si avvicina piuttosto alla tranquilla ipocrisia della famiglia borghese, dove è importante salvare le apparenze e le attività extraconiugali si svolgono in segreto e nel peccato. E inevitabilmente ci si interroga se davvero un matrimonio basato sull'infedeltà abbia un senso, mentre in un crescendo di comicità, tra situazioni paradossali e battute pungenti, la pièce riesce, con sottile umorismo, a far sorridere e pensare.

"L’Illusione Coniugale affronta in modo irriverente il delicato tema del tradimento all’interno del rapporto coniugale - ricorda il regista Stefano Artissunch –. Nello spettacolo si sottolinea l’importanza della comunicazione e della comprensione reciproca tra coniugi affrontando in modo leggero la complessa rete di interazioni e influenze tra i personaggi che portano ognuno con sé le proprie emozioni, insieme a bisogni e aspettative. Il pubblico è invitato a ragionare sulla fragilità delle relazioni e sull’importanza di affrontare i problemi in modo aperto, anche se ciò può comportare momenti di imbarazzo e confusione stemperati nel testo dall’ironia tipica di Assous".