La Procura di Sassari ha oggi richiesto il rinvio a giudizio per nove imputati, tra cui Antonino Becciu, fratello del cardinale Angelo Becciu, e il vescovo di Ozieri, Corrado Melis. Sono accusati di peculato e riciclaggio nell'amministrazione di circa 2 milioni di euro dei fondi dell'8 per mille destinati alla diocesi. Il pm Gianni Caria ha presentato la richiesta davanti al gup Sergio De Luca, e l'udienza è stata rinviata al 3 febbraio per le repliche degli avvocati della difesa, Ivano Iai e Antonello Patanè.

Oltre al vescovo e al fratello del cardinale, dovranno rispondere delle stesse accuse il direttore della Caritas, don Mario Curzu, il parroco di San Nicola ed economo della diocesi, don Francesco Ledda, Giovanna Pani e Maria Luisa Zambrano. Altri tre imputati, il parroco di San Francesco, don Roberto Arcadu, Franco Demontis e Luca Saba, sono accusati di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento.

Gli avvocati della difesa hanno sottolineato che "l'insussistenza degli illeciti contestati, ossia il presunto uso indebito dei fondi Cei dell'8 per mille e l'asserita distrazione della somma di centomila euro che la diocesi ha ricevuto dalla Segreteria di Stato vaticana". Hanno chiarito che nessuna delle istituzioni coinvolte si è costituita parte civile nel processo, non lamentando alcun illecito o danno in relazione alla condotta della diocesi e dei suoi collaboratori. Gli avvocati hanno enfatizzato che ogni centesimo dei fondi dell'8 per mille è stato utilizzato per fini caritatevoli e solidali, mentre la somma ricevuta dalla Segreteria di Stato è ancora depositata in un conto bancario della diocesi.