L'apertura del processo a Sassari contro Tonino Becciu, il vescovo di Ozieri Corrado Melis e altri sette imputati è stata posticipata al 9 luglio. Sono accusati di aver utilizzato circa 2 milioni di euro di fondi dell'8 per mille e 100mila euro della Segreteria del Vaticano per fini personali nella Diocesi di Ozieri.

L'udienza inizialmente prevista per oggi è stata rinviata per via dell'impedimento legittimo dell'avvocato Ivano Iai, che rappresenta gli imputati ecclesiastici. Sei imputati affrontano accuse di peculato e riciclaggio, mentre gli altri tre sono coinvolti in reati di false dichiarazioni al pubblico ministero e favoreggiamento. Questa indagine a Sassari è collegata al precedente processo al Tribunale vaticano che ha visto la condanna del cardinale Angelo Becciu a cinque anni e sei mesi per irregolarità nella gestione dei fondi della Segreteria di Stato e per la compravendita di un palazzo a Londra nel dicembre 2023.

Fra le motivazioni di quella sentenza c'è proprio il giudizio sui fondi destinati alla cooperativa Spes, guidata dal fratello del cardinale sardo. "Il tema centrale - si legge nel documento - resta uno e uno soltanto: la illiceità della donazione, in quanto effettuata a favore di propri congiunti e quindi in violazione delle già citate norme dell'ordinamento con conseguente uso illecito delle somme di cui il pubblico ufficiale dispone".

Gli avvocati di difesa, Ivano Iai e Antonello Patanè, respingono le accuse contro i loro clienti sostenendo che il procedimento violi l'articolo 7 della Costituzione e il Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica. Inoltre, affermano che gli imputati hanno utilizzato i fondi ricevuti solo per scopi benefici.