Una sala incisioni dove ospitare artisti e musicisti: il frutto di un sogno inseguito fin da bambino e la radice su cui impiantare un futuro sperato e voluto. Giuseppe Tedde, di mestiere pastore ma musicista per vocazione, da quando ha preso in mano per la prima volta le bacchette non se ne è più separato. Oggi il batterista bonorvese suona per il gruppo etnofolk “Zenias”, che da anni anima i palchi della Sardegna con i suoi spettacoli fatti di sonorità fresche e coinvolgenti, in una commistione fra tradizione e innovazione. È una passione tramandata, come spesso accade, di padre in figlio: così “Peppe” ha raccolto un’eredità fatta di ritmo e adrenalina. Ce lo racconta lui stesso: “Suono da quando sono piccolo, grazie agli insegnamenti di mio padre – spiega a Sardegna Live –. Sin dai primi tempi mi piaceva registrarmi, utilizzare il mixer e gestire la parte sonora”.

Così ha iniziato i primi esperimenti: “Piano piano ho comprato i microfoni, la scheda, le casse: da lì hanno preso via i miei progetti”, ricorda. È partito da una cantina: “Quella di mio zio”, salvo poi trasferirsi in campagna, dove ha aperto la sala lo scorso novembre: “Avevo delle strutture libere e ho costruito uno studio lì, con una sala registrazioni e una regia. Poi ho investito nell’attrezzatura”. Nel nuovo studio è arrivato anche il primo impiego: “Roberto Tangianu e Peppino Bande sono venuti da me, chiedendomi di lavorare sulla registrazione del loro nuovo disco”. Un luogo di svago e lavoro, ma anche un’area in cui accogliere altri appassionati: “Lo noleggio ad altri ragazzi, che quando hanno bisogno di uno spazio possono venire quando vogliono”.

La musica, una grande passione, valvola di sfogo in una quotidianità fatta di sacrifici: “Sono un pastore, è il mio lavoro principale, ma mi piacerebbe che in futuro lo diventasse proprio la musica”. Crescita e costanza per realizzare un sogno: “Qualcosa inizia a muoversi. La miglior pubblicità è sempre l’ascolto del pubblico, se apprezza poi si rivolge a te. Così è stato per me col disco di Roberto e Peppino, ho subito ricevuto delle richieste”. Negli ultimi anni profondi cambiamenti hanno scosso anche il mondo della musica, che evolve di pari passo con usi e costumi. Per la Sardegna le difficoltà si amplificano, visti gli inevitabili svantaggi che in alcuni settori crea l’effettivo isolamento. “Gli svantaggi sono innegabili – ammette –, è molto difficile che qualcuno arrivi da oltremare per registrare, se non in alcuni casi del tutto singolari”.

Non solo la musica, la crisi è nell'approccio: “E’ cambiato anche il senso d’insieme, del condividere, del trascorrere intere giornate in gruppo a suonare e registrare. Le band stanno scomparendo. L’unico genere che regge, qua in Sardegna, è quello folkloristico, che fortunatamente trova ancora numerosi interpreti. Questa ondata identitaria non si è persa e superare le barriere del tempo. Addirittura – spiega il musicista – sembra essere un fenomeno in crescita continua. Prendiamo i cori, per esempio: adesso sono numerosissimi, sino a qualche anno fa ne esistevano solo alcuni importanti”.

In cosa consiste, esattamente, il lavoro di registrazione? “Si tratta di catturare al meglio il suono che realizza l’artista, finalizzarlo nel mixaggio e trovando una soluzione a eventuali problemi”. All’orizzonte nuovi progetti: “Sto registrando per nuovi artisti, sempre nell’ambito del folklore. Mi piacerebbe inoltre avvicinare i giovani a questo settore, incuriosirli, fargli capire di cosa si tratta. Per questo sarebbe bello creare una masterclass, ma per farlo servirebbe ‘raccogliere’ un numero adeguato di partecipanti”. Più complicato, invece, fare previsioni sul lungo periodo: “E’ un settore molto variabile: un mese lavori ogni giorno, e magari quelli successivi fai molta fatica. Sicuramente gettare delle basi importanti fa la differenza per entrare poi in un giro virtuoso”.

Una chiave, in questo senso, è il mondo virtuale: “Coi social è molto più semplice farsi conoscere, mostrare al pubblico le proprie abilità e conoscenze. Il segreto, naturalmente, è stare al passo coi tempi: cambiano i gusti dei giovani e non si possono ignorare. L’abilità sta anche nel saper offrire un prodotto e un servizio valido e adeguato. L’importante è avere la serietà e la professionalità necessarie – qualità non scontate – per poter accontentare le esigenze del mercato”, conclude.