“Il mio assistito è scosso, si proclama estraneo a questa accusa. Ha fatto l’errore di accettare un link di invito e di ritrovarsi a sua insaputa all’interno di gruppi del genere”. A parlare è l’avvocata Margherita Tsatsaris che, insieme al collega Cristian Porcu, difende il 38enne di Buddusò accusato di pedopornografia.

La vicenda si inquadra nell'operazione Viper 2 condotta dalla polizia e coordinata dalla Procura di Venezia e che, negli scorsi giorni, ha portato all'arresto di 12 persone, 26 perquisizioni e al sequestro di migliaia di file contenenti immagini di minori. In provincia di Sassari, la polizia postale ha perquisito le abitazioni dell'indagato di Buddusò, a cui è stato sequestrato il telefono cellulare, e di un professionista 55enne di Calangianus.

In merito alle informazioni trapelate sull’indagine che vede coinvolto il 38enne l’avvocata chiarisce: “Per quello che gli agenti hanno potuto vedere nell’immediato delle operazioni, l'utenza telefonica del mio assisto è stata trovata all’interno di due gruppi che facevano capo a due applicazioni, Viber e Signal. All’interno di questi gruppi circolavano queste fotografie. Nessuna fotografia o video è stata salvata nella galleria del telefono". E precisa: "La funzione di scaricamento era disattivata”.

Il 38enne, spiega l'avvocata, "ha fatto l’errore di accettare un link di invito e di ritrovarsi a sua insaputa all’interno di gruppi del genere". Riguardo all'ipotesi che gestisse un canale su neonati, il legale sottolinea:“Per quello che è il fascicolo delle indagini del pubblico ministero non c’è traccia di un canale personalmente gestito da lui”.

L'uomo era stato arrestato il 21 gennaio, ma successivamente è stato rimesso in libertà dal giudice, che non ha ritenuto necessarie misure cautelari, richieste dal pubblico ministero: “Non c’erano le esigenze cautelali che la legge prevede - ha sottolineato l'avvocata Margherita Tsatsaris - perché la persona non ha più le credenziali di accesso, non ha più un dispositivo per reiterare il reato e il giudice ha deciso di non applicare la misura".

Intanto, proseguono le indagini in diverse province italiane: Lecce, Sassari, Siracusa, Massa, Pisa, Bergamo, Milano , Monza Brianza, Isernia, Caserta, Reggio Calabria, Roma, Alessandria, Cuneo, Novara, Venezia, Vicenza e Treviso.