Le parole di Roberto Saviano, giunto lunedì a Nuoro per presentare il suo nuovo libro “ZeroZeroZero”, proprio all'indomani dell'arresto per traffico di droga di Graziano Mesina, non sono passate di certo inosservate.

“Dopo Paolo Villaggio anche Saviano offende i sardi”. Ha affermato uno dei leader del Movimento Pastori Sardi Fortunato Ladu.

“Sappiate – ha detto lo scrittore di “Gomorra” - che è solo la punta dell'iceberg (riferito agli episodi che hanno coinvolto l’ex re del Supramonte), il narcotraffico ce l'avete in casa. Le montagne, gli ovili sono gli abituali punti di stoccaggio della coca che arriva dalla Spagna. Il redditizio settore del petrolio bianco continua a crescere anche accanto alla vostra porta. Con un fatturato di 200 milioni all’anno. Quando si parla di Sardegna, terra poco raccontata – ha continuato Saviano - non la si mette certo sul piano del narcotraffico. Vi invito a osservare da vicino, non considerare ciò che è successo come un episodio isolato”.

L’esponente del Mps non nasconde il proprio rammarico riguardo quanto affermato dall’autore napoletano: “Siamo molto dispiaciuti delle generalizzazioni che Saviano ha usato nella sua conferenza a Nuoro nei confronti dei pastori sardi a proposito dei magazzini della coca negli ovili. Certo è che con 15mila aziende e altrettanti lavoratori nel settore agro-pastorale non è possibile fare di tutta un’erba un fascio e dare un giudizio così affrettato dell'intera categoria. Bene farebbe Saviano – ha aggiunto Ladu- a chiedere scusa ai sardi, e lo invito a trascorrere una giornata nel mio ovile, in modo da rendersi conto chi sono i pastori sardi, che non sono trafficanti di droga”.