PHOTO
Un barcone di migranti ANSA / ETTORE FERRARI
"La Sardegna è stata trasformata, di fatto, in ciò che temevamo, ovvero in un gigantesco hub protetto non da muri ma dal mare".
Così il segretario provinciale del Siap, il Sindacato italiano appartenenti polizia, Mauro Aresu ha accolto la notizia dell'arrivo stamane a Cagliari di altri 1.255 migranti da smistare nei centri di accoglienza della Sardegna.
"Abbiamo più volte lamentato le carenze di personale che non ci consentono di sopportare i carichi di lavoro ordinari. L'organizzazione dei vari uffici interessati va letteralmente in crisi quando si devono fronteggiare tali emergenze".
Il Siap contesta, inoltre, la prospettiva che l'ex scuola della polizia penitenziaria di Monastir, come preannunciato dal prefetto Giuliana Perrotta, sia destinata ad accogliere migranti.
"Ben si adatterebbe, invece, alle esigenze del Reparto mobile di Cagliari", ribadisce il sindacato, preoccupato anche per i sempre più frequenti e massicci sbarchi diretti di algerini sulle coste del Sulcis, poi trasferiti a Cagliari per le procedure di identificazione.
"Nella caserma Carlo Alberto si e' assistito ai soliti bivacchi", denuncia Aresu, "nella più totale rassegnazione dei responsabili dell'Ordine pubblico".
"Chiediamo al prefetto di lanciare un forte segnale a chi non vuole capire che alla Sardegna, e in particolare a Cagliari", e' l'appello del Siap provinciale, "non può essere riservato un trattamento diverso da quello di altre Regioni e Comuni d'Italia. Altrimenti sta abdicando al suo ruolo e non sta tutelando gli interessi dei cittadini della sua provincia.
Signor prefetto", conclude Aresu, "nel caso in cui non riuscisse a tutelare questi interessi, chieda di essere destinata ad altro incarico ed esca a testa alta da questa storia".