I Carabinieri dell'aliquota operativa di Jerzu, con l'ausilio delle stazioni competenti per territorio, su delega del Gip presso il tribunale di Lanusei, stanno procedendo alla notifica dell'avviso di garanzia e della proroga delle indagini scaturite dal furto delle provette contenenti Dna e campioni biologici, richiesta dal Procuratore della Repubblica nei confronti di 17 indagati.

Nel corso dell'attività investigativa, scaturita dalla denuncia di furto del 10 agosto 2016, da parte di una dipendente del parco genetico dell’Ogliastra, i Carabinieri della compagnia di Jerzu avevano segnalato all'Autorità Giudiziaria 53 persone responsabili a vario titolo dei reati di furto aggravato, peculato, abuso d’ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, violazione degli artt. 34 e 35 della legge n. 675 del 31 dicembre 1996 e artt. 167, 169 c.1 e 170 del decreto legislativo nr. 169 del 30.06.2003 (codice in materia della protezione dei dati personali).   

 

Per 36 di essi la posizione penale è stata stralciata per sopraggiunta prescrizione dei reati, dovuta alla decorrenza dei termini dalla loro commissione. Tra gli indagati si segnalano gli amministratori e i presidenti che si sono succeduti negli anni nella Shardna Spa e parco   Gen.o.s.   cons.   A.r.l., nonché i sindaci di alcuni comuni che avevano concesso arbitrariamente l'accesso agli uffici anagrafe comunali ai fini della ricerca. 


Le indagini, particolarmente difficili vista anche la delicatezza della materia trattata e l’importanza degli interessi comuni - si tratta probabilmente della prima attività afferente la legittimità dell'utilizzo dei dati biologici e del rispetto della normativa sulla privacy - sono state seguite con grande attenzione dagli uffici del garante della privacy con cui vi è stato un costante confronto.