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Abbiamo intervistato Alessandro Peron, Segretario Generale FIAP (Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali), per avere delle dichiarazioni in merito ai problemi che hanno manifestato gli autotrasportatori sardi nelle ultime ore.
“Quello su cui stiamo lavorando e spiegare ai trasportatori che devono aumentare i prezzi nei confronti dei propri clienti. Oggi l’incidenza del trasporto, sul prezzo finale del prodotto, è molto piccolo. Sui così detti “prodotti poveri” (come l’acqua) l’incidenza è di un centesimo, ad esempio; per cui è chiaro che il problema del caro gasolio è un problema di cui non si possono fare carico solo gli autotrasportatori. Loro, in primis, devono rigirare l’extracosto perché non possiamo permettere che solo questa categoria si accolli gli aumenti che si sono generati, soprattutto in un momento dove è evidente una chiara speculazione.
Ci deve essere un senso di responsabilità da parte della committenza. Essa deve garantire un tariffa che consenta alla categoria non solo di poter sostenere le spese, ma anche di avere un guadagno prodotto dai loro sacrifici. Se non c’è l’economicità da parte delle imprese è chiaro che le stesse sono costrette a chiudere o fare debiti.
Una certa miopia, data dalle associazioni di categoria e dal ministero dei trasporti, negli ultimi anni non hanno portato ad affrontare temi come il Costo minimo di sicurezza, la garanzia sui tempi di pagamento, l’applicazione delle norme (nonostante il fatto che il trasporto italiano sia uno dei settori più normati in Europa).
Le imprese di trasporto sono 80 mila, sotto i quindici mezzi invece 75 mila. Questo vuole dire che abbiamo un settore molto frammentato, con imprese molto deboli che non hanno il potere di contrattare. Tra l’altro sono divise in dieci associazioni di categoria le quali per la maggior parte sono controllate dai committenti. In questo modo è difficile far gli interessi delle imprese di trasporto. È questo è un altro grande problema delle imprese di trasporto oggi.”
Tema accise – Molti trasportatori dell’Isola hanno evidenziato l’impossibilità di poter scaricare le accise per via dei mancati requisiti, come ad esempio il possesso di veicoli Euro5 o 6 troppo cari per le imprese di oggi, lei cosa ne pensa?
“Qui si evidenzia la debolezza del settore. L’85% delle merci viaggia su gomme e, nonostante l’importanza di questa incidenza e la forza contrattuale che potrebbe avere, la maggior parte degli autotrasportatori si ritrova a dover accettare delle tariffe imposte dal committente per poter lavorare. Questo li porta ad avere pochi (se non nulli) margini di guadagno e a non poter acquistare i camion più recenti e, quindi, mantenere vecchi veicoli. I camion Euro2, 3 e 4 hanno dei consumi molti più alti rispetto ai veicoli Euro5 e 6. Questo genera maggiori costi e quindi un abbassamento dei profitti. Se un trasportatore, per rientrare nei costi, spende 1,50 euro a chilometro, ne dovrebbe richiedere 1,60 euro; in realtà gli autotrasportatori arrivano ad accettare tariffe a 0,90 centesimi di euro e sappiamo che la stessa non copre nemmeno il costo del lavoro. Deve essere chiaro che il committente ha una responsabilità economica e di filiera. I grandi operatori logistici conoscono i costi e dovrebbero essere i primi a proporre un aumento per non far crollare questo settore. Abbiamo già una carenza di venti mila mezzi e autisti, il nostro è un settore da tutelare per la sua importanza.”
Cosa avete richiesto alle istituzioni per risolvere questa problematica?
"Quel che noi stiamo chiedendo al Governo, al di là delle accise e del prezzo normalizzato, è il controllo da parte dello stato per tutte quelle aziende (sia trasportatori che committenti) che contrattualizzano tariffe totalmente fuori mercato, portando gli autotrasportatori nel disagio e nel vortice dei debiti. Servono controlli certi per gli imprenditori seri che lavorano secondo norma e vedono il lavoro rubato da chi accetta tariffe basse. Lo Stato deve intervenire il prima possibile sulla concorrenza sleale presente nel settore.”
Cosa pensa di quel che sta accadendo in queste ore in Sardegna?
“Ai trasportatori sardi vorrei dire: Non dovete sentirvi soli, comprendiamo e vi siamo vicini. Bisogna capire che lo Stato ha il compito di garantire regole e controlli, ma i soldi devono arrivare dai clienti. Poi quando è presente la speculazione, come in questo caso, lo Stato ha l’obbligo di intervenire e noi abbiamo già posto delle chiare richieste.”
Vi state occupando anche della continuità territoriale?
“Si, oggi è stato quasi l’argomento principale con il Ministero. Stiamo chiedendo che il mare-bonus venga incentivato e che i soldi arrivino direttamente alle imprese di trasporto e non alle compagnie marittime e navali.”