Sindaci sul piede di guerra nel centro Sardegna contro il ridimensionamento dei servizi sanitari. Nel mirino c'è la Regione, che mira a sottrarre i finanziamenti da destinare all'ospedale San Camillo di Sorgono e a tutto il bacino della Barbagia-Mandrolisai.

«L'assessorato - spiega il sindaco di Sorgono Giovanni Arru - ha deciso di portar via dal nostro territorio 3 milioni e settecento mila euro per destinarli ad altri territori della Asl 3 e, cosa ancora più grave, alle Asl della provincia di Cagliari».

Arru prende in esame anche la delibera 42/3 del 2011 della Giunta regionale che destinava al Distretto sanitario di Sorgono 4 milioni e 400mila euro per costruire una Rsa nel comune di Desulo.

«Il progetto non è stato realizzato e l'assessorato alla Sanità ha pensato bene di rimodulare i fondi lasciando al nostro Distretto un contentino di 700 mila euro. Hanno deciso di ristrutturare il Poliambulatorio di Desulo trasformandolo in Casa della Salute e destinando i restanti 3 milioni e 700mila euro, pari all'84% dell'intero ammontare, a nuovi territori, anziché utilizzarli per il miglioramento delle strutture sanitarie esistenti».

Il sindaco di Desulo Gigi Littarru parla di una storia lunga e travagliata: «Nessuno ha difeso la Rsa di Desulo, mi hanno lasciato solo nelle battaglie. Egoisticamente potrei accontentarmi perché 700 mila euro sono stati assegnati al nostro Comune, ma se non ragioniamo a livello territoriale è la fine».

Angelino Nocco, sindaco di Meana Sardo e presidente della Comunità montana Gennargentu-Mandrolisai, denuncia: «Da mesi chiediamo che nella riforma della rete ospedaliera si tenga conto della specificità del nostro Distretto Sanitario e del suo isolamento rispetto ai centri ospedalieri più importanti. Chiediamo che il San Camillo sia dotato di una sua autonomia funzionale con lo status di ospedale di base di montagna. Ma le nostre richieste non hanno considerazione: a cosa è dovuta questa indifferenza?».