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Ieri mattina i Carabinieri della Compagnia di Sassari hanno eseguito una misura cautelare interdittiva, che prevede la sospensione dal pubblico ufficio per tre mesi, nei confronti di un dipendente del Comune di Sassari.
Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Sassari, scaturisce da un’indagine avviata lo scorso dicembre e coordinata dal Sostituto Procuratore, dott. Mario Leo, che ha visto i Carabinieri impegnati in lunghi appostamenti per documentare la condotta di M.G., 60enne, impiegato comunale che, dopo aver timbrato il cartellino, secondo quanto accertato dai militari, si allontanava senza autorizzazione dal posto di lavoro e se ne andava tranquillamente in giro per la città invece di svolgere il proprio dovere in ufficio.
Nel corso dei numerosi servizi svolti, i militari dell’Arma hanno avuto modo di riscontrare che la dinamica era sempre la stessa: il “furbetto del cartellino” raggiungeva con la propria autovettura gli uffici comunali di via Murgia, dove procedeva a registrare l’ingresso a lavoro con l’apposito badge, allontanandosi successivamente dalla zona, a volte anche dopo pochi minuti di “servizio”. In seguito, dopo essere stato fuori tutta la mattinata per le incombenze più varie, dalla spesa alle chiacchiere al bar con gli amici, tornava in via Murgia soltanto tra le ore 13.30 e le 14.00 per registrare l’uscita da lavoro, dove in realtà non risultava essere mai stato.
Ma il trucchetto non era sempre lo stesso. In altre circostanze, infatti, secondo quanto ricostruito dai militari, il dipendente comunale fingeva di aver dimenticato a casa il badge per la registrazione della presenza in servizio e chiedeva, quindi, attraverso successive comunicazioni mail, di trascrivere a posteriori i propri orari di ingresso/uscita dal posto di lavoro. In tal modo traeva in inganno e induceva in errore l’ufficio amministrativo, attestando di aver svolto prestazioni lavorativa in realtà mai effettuate.
Per quantificare il danno arrecato all’amministrazione comunale, è sufficiente pensare che, in poco più di due mesi di osservazione, i Carabinieri sono riusciti a dimostrare che l’interessato ha maturato oltre 86 ore di assenza ingiustificata dal lavoro, rendendosi responsabile dei reati di truffa aggravata e false attestazioni sulla presenza in servizio da parte di un pubblico dipendente. Proprio quest’ultimo reato, introdotto dal decreto legislativo 165/2001 per contrastare i dipendenti pubblici “furbetti del cartellino”, potrà anche comportarne il licenziamento, oltre che una condanna penale.