Al termine di articolate indagini di Polizia giudiziaria che hanno portato alla scoperta di un illecito traffico di rifiuti metallici e ferrosi, gli specialisti del G.I.C.O. del nucleo di Polizia tributaria hanno denunciato 506 persone e sequestrato alla società “autodemolizioni.com limited”, con base operativa nell’iglesiente, ma ufficialmente iscritta nel registro delle imprese di Londra, crediti e beni aziendali, depositi su conti correnti e denaro contante, fino alla concorrenza di circa due milioni di euro, in esecuzione di uno specifico provvedimento dell’autorità’ giudiziaria.

Ai due amministratori della società operante nel settore delle autodemolizioni e della raccolta di rottami, F. P., 45 anni e A. O., 34 anni, entrambi originari di Iglesias (CI), è stato contestato il grave reato di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”, che trova la sua principale fonte nel testo unico in materia ambientale, per aver gestito e alimentato, attraverso un oculato allestimento di mezzi e l’utilizzo di beni aziendali, il commercio, dal 2011 al 2014, di un’ingente quantità di materiali metallici, pari a oltre 2.500 tonnellate, ottenendo un rilevante profitto, in violazione della specifica disciplina di settore.

L’imponente massa di rifiuti, secondo le indagini, è stata “trattata” dall’azienda a seguito di molteplici conferimenti pervenuti da oltre 500 soggetti privati, molti dei quali sprovvisti di partita iva, dislocati nel sud Sardegna, prevalentemente nella zona del Sulcis – iglesiente, responsabili a loro volta del reato di “attività di gestione di rifiuti non autorizzata”, per aver operato abusivamente la raccolta, il trasporto e il commercio, non occasionale, dei materiali ferrosi in totale spregio degli adempimenti previsti nel comparto, tra cui l’iscrizione all’albo nazionale dei gestori ambientali.

Le fiamme gialle cagliaritane, appositamente delegate dalla D.D.A. di Cagliari, dopo aver eseguito perquisizioni locali e personali ed aver acquisito copiosa documentazione contabile ed extracontabile, hanno ricostruito ben 4.355 transazioni illecite, che hanno fruttato, nell’arco di 4 anni, ricavi stimati per circa 2 milioni di euro, incamerati dalla società sottoposta ad indagini.

Pertanto è prevista l’irrogazione di sanzioni pecuniarie per la stessa società e il sequestro preventivo del profitto del reato o di altri beni di equivalente valore.