Terzo giorno di protesta degli insegnanti precari davanti al palazzo di viale Trento a Cagliari che chiedono di non emigrare. Sono gli insegnati sardi in corsa per i centomila posti della Buona scuola che entro il 14 agosto 2015 devono compilare la domanda di assunzione  nella quale viene chiesto di indicare le province di destinazione mettendole (tutte) in ordine di preferenza (100 in tutto). Nessun dubbio su Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari. Il problema nasce nella scelta delle altre province d'Italia sinonimo di partenza. In tanti sarebbero costretti a lasciare mogli, mariti e figli anche se per un'occpuazione stabile.  

La Regione intanto, fa sapere che proseguono le interlocuzioni tra l'Assessore della Pubblica Istruzione Claudia Firino, supportata dalla Presidenza della Regione, e il Ministero sulla questione della stabilizzazione dei precari. “Dopo aver scritto al ministro Giannini e aver parlato con i docenti – si legge in una nota stampa - questa mattina l'assessore Firino ha avuto un colloquio con il Capo di gabinetto del Ministro per sollecitare la risposta sulle richieste inoltrate nei giorni scorsi”.

"Ancora non abbiamo ottenuto riscontri definitivi – ha dichiarato l’assessore Firino - ma siamo decisi a insistere per ottenere la proroga del termine, così da avere il tempo di elaborare soluzioni che permettano ai docenti sardi di essere stabilizzati a parità di condizioni con i colleghi residenti nella penisola".

"Allo stato attuale – ha continuato l’assessore - stiamo approfondendo assieme all'Ufficio scolastico regionale alcune possibili azioni concrete al fine di evitare, per l'immediato, proroga o non proroga, gli spostamenti obbligatori. Nel frattempo, la Regione Sardegna fa quanto è di sua competenza per incrementare le opportunità lavorative dei precari sardi attraverso il programma Iscol@, che coinvolgerà almeno duecento precari nei progetti per l'innalzamento delle competenze e la lotta alla dispersione scolastica".

Presente alla protesta anche il leader di Unidos Mauro Pili: “Stanno svendendo la scuola sarda per non disturbare Renzi & compagni. Una regione di incapaci. Si sono accorti del rischio di perdere 1000 posti di lavoro un giorno fa e adesso a Roma non gli rispondono nemmeno al telefono. Hanno il coraggio di lasciare migliaia di famiglie senza risposta. Latitanti assessore e Presidente incapaci di una benché minima risposta ai comitati riuniti in viale Trento”.