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Plesso scolastico soppresso a Goni e stato di agitazione, con sciopero, dei genitori degli alunni delle scuole medie ed elementari che si rifiutano di mandare i propri figli a scuola in un altro paese. Una vera e propria rivolta. Con un grido di battaglia: "La scuola non si tocca, i nostri figli non sono di serie B".
La paura di mamme e papà riguarda gli spostamenti, soprattutto nei mesi invernali. "Gli alunni - hanno sottolineato - dovrebbero viaggiare ogni giorno per 30 chilometri tra andata e ritorno. Il nostro paese è già stato nel corso degli anni vittima incolpevole di scellerati tagli ai servizi essenziali e tale ulteriore taglio sarebbe un colpo mortale per il nostro piccolo paese che, invece di essere tutelato per le sue peculiarità, verrebbe penalizzato e costretto all'abbandono nel giro di breve tempo".
"La chiusura delle scuole - hanno denunciato i genitori - non porterebbe a nessun risparmio effettivo, anzi tra spese viaggio, autista e accompagnatore, servizio minimo necessario per il trasporto dei bambini, la Regione andrebbe a spendere maggiori risorse".
Si fa poi riferimento alle conseguenze per la vita sociale e per l'economia del paese: "paghiamo le tasse come e più degli altri e pretendiamo non solo di avere gli stessi diritti ma che questa politica accentratrice che favorisce i grandi centri urbani cambi rotta e inizi a salvaguardare i piccoli paesi come il nostro che non sono un peso, ma anzi sono realtà da salvaguardare per cultura, tradizioni e identità".