Rabbia e preoccupazione per il futuro, per la propria famiglia e per la propria vita.
Ci giunge una segnalazione da parte di un medico di continuità assistenziale, che vuole restare anonimo per evitare eventuali ritorsioni.
Il suo messaggio di forte denuncia è questo:  

“Eroi sto ca**o. In questo marasma di parole di cui tutti, politici in primis, si stanno riempiendo la bocca, eroi è l'aggettivo più utilizzato per descrivere i medici in prima linea nella lotta al Covid19. Peccato che unitamente alle belle parole seguano i fatti, tutt'altro che belli. L' ATS ha infatti di punto in bianco deciso, in maniera unilaterale, di cambiare l'inquadramento fiscale di medici di continuità assistenziale, delle carceri e del 118. Si, gli eroi ottengono come "ringraziamento" un taglio di oltre 1000 € al loro stipendio. Con il cambio del trattamento fiscale infatti, l'ATS ha deciso di inquadrarci come dipendenti e cioè assoggettarci a regime fiscale a scaglioni. Peccato però che per contratto lavorativo risultiamo essere dei lavoratori AUTONOMI e quindi con partita IVA. Dipendenti per tagliarci lo stipendio, senza i privilegi dei dipendenti: senza ferie, senza malattia, senza gravidanza, senza tredicesima, senza TFR e senza contributi versati. 15€ all'ora per essere ogni giorno in prima linea e rischiare la vita nostra e dei nostri cari. Grazie alla politica Sarda, sempre pronta a tutelare i suoi Eroi. Vergogna”.

LA RICHIESTA A SOLINAS. “Chiediamo alla Regione l’immediata sospensione di questa decisione dell’Ats. Seguirà sicuramente, se non verremo ascoltati, la dimissione in massa di tutti i medici di continuità assistenziale e delle carceri. Non siamo divisi, ma uniti più che mai in questa battaglia. Ci troviamo a rischiare la vita e combattiamo una battaglia senza armi, perché l’Ats non ci ha fornito di presidi, ma ci ha dato due mascherine. È questa la sanità che vogliamo? È questa la sanità per cui i cittadini pagano le tasse?”, afferma e si domanda il medico.

INTERROGAZIONE DI LEU. I consiglieri regionali del Gruppo Liberi e Uguali Sardigna Daniele Cocco ed Eugenio Lai hanno presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, chiedendo loro se sia opportuno che l’ATS Sardegna - specialmente in questo particolare momento di grave crisi sanitaria ed economica - adotti iniziative che comportino svantaggi economici nei confronti di medici che ogni giorno svolgono lodevolmente il proprio lavoro mettendo a rischio la propria salute e quella dei loro familiari.

“Fino ad ora – spiega Cocco - i compensi percepiti dai medici delle guardie mediche venivano trattati come compensi percepiti nell’ambito dei redditi da lavoro autonomo ma da questo mese l’ATS Sardegna ha deciso, in maniera unilaterale, di modificare l’inquadramento fiscale dei compensi equiparandoli ai redditi percepiti da lavoro dipendente, nonostante siano liberi professionisti convenzionati con l’ATS che per contratto non godono di ferie, malattia, maternità, tredicesima e TFR, determinando in molti casi un evidente svantaggio fiscale. Con tale decisione l’ATS penalizza economicamente un’intera categoria di professionisti sanitari impegnati giornalmente nell’importantissima attività ambulatoriale e domiciliare che molto spesso li espone al pericolo di contagio anche per la sempre maggiore difficolta nel reperire adeguati dispositivi di protezione individuale”.