Commozione nella seconda giornata del “Sardinia Film Festival” per la proiezione de “In nome del padre”, un  documentario di Paola Settimini, Daniele Ceccarini e Mario Molinari, in gara per la sezione dedicata al miglior documentario italiano.

Siamo nell’estate del 1944. A San Terenzo Monti e a Vinca i soldati nazisti sterminarono centinaia di civili innocenti. Nella sola Lunigiana fu una strage: oltre quattrocento civili. Una carneficina che non risparmiò neppure le donne e i bambini, i cui corpi furono martoriati dalle mitragliatrici pesanti del sedicesimo Battaglione Panzergranadier SS.

Tra le testimonianze più commoventi, quella di Udo Surer, avvocato bavarese di Lindau e cittadino onorario di Fivizzano (provincia di Massa Carrara), il cui padre, Josef Maier, era tra i soldati tedeschi che parteciparono a queste stragi.

Rispondendo alle domande del Direttore artistico del festival, Carlo Dessì, Settimini e Ceccarini hanno spiegato al pubblico presente a Villanova Monteleone come il loro film vuole rappresentare soprattutto il grande riscatto di Udo, un uomo che si è ribellato con forza a un passato di sangue, e ai soprusi ai soprusi di un padre nazista, e che oggi spende la vita nella difesa dei deboli e degli emarginati.

Subito dopo è stata la volta di “Taming Winter. A story of carnivals and bears” di Andrea Arena, un interessante docufilm sulle celebrazioni del Carnevale nei piccoli paesi abbarbicati ai pendii delle montagne.

Nel pomeriggio, le suggestive sale di Su Palatu hanno invece ospitato altre due opere finaliste: “The harvest” di Andrea Paco Mariani, un docu-musical che racconta la condizione di quotidiano sfruttamento di migliaia di lavoratori stranieri, e “Oltre il confine, la storia di Ettore Castiglioni” di Federico Massa e Andrea Azzetti.