Si terranno questo pomeriggio alle 16:16, presso la basilica di Sant'Elena a Quartu, i funerali di Paoletta Dentoni, 56 anni, stroncata da un tumore contro il quale combatteva da anni. La sua morte ha suscitato cordoglio e commozione nel mondo delle tradizioni popolari dove era nota per l'abilità nell'interpretare il canto campidanese.

“Il mondo della cultura popolare, delle tradizioni più autentiche, della poesia che poggia sui versi e sulla capacità di saperli carpire e intrecciare perde una delle sue più alte espressioni, di talento e di valore: Paola Dentoni – è il messaggio di cordoglio del presentatore Giuliano Marongiu -. Una passione mai messa in disparte ha caratterizzato la sua vita, la sua arte, la sua forza di comunicare con la lingua dell’appartenenza le forme, i suoni e i contenuti di cui Paola era stella di prima grandezza e fulgida rappresentanza. Un destino avverso l’ha consumata negli anni più belli e con tanti canti ancora da intonare, ricerche da approfondire, impegno da divulgare”.

“Consola il fatto che – conclude Marongiu - l’artista alla fine non muore mai per davvero perché gli sopravvivono quelle tracce di eternità che lascia nelle persone a cui ha saputo trasferire una parte di sè. Un abbraccio ai suoi cari”. 

Originaria di Selargius, Paoletta Dentoni risiedeva a Quartu Sant'Elena ed era una delle poche donne cantadoras. Aveva respirato l'aria delle tradizioni in famiglia fin da bambina, quando si era avvicinata alla musica sarda suonando la chitarra stimolata dalla passione del padre Antonio per lo strumento. Il suo esordio sul palco come suonatrice, a Selargius, all'età di 12 anni. Solo più avanti nacque la passione per il canto: nel suo repertorio versadas, cantzonis, mutetus frorius, trallallera e mutetus longus.

"Ho iniziato a cantare da bambina - raccontava alcuni anni fa in un'intervista pubblicata da Alfa Editrice -. Questo mi ha aiutato molto ad inserirmi in un mondo principalmente maschile. Forse, se mi ci fossi accostata da adulta, avrei avuto più difficoltà. L'incoscienza dell'età alla quale ho iniziato ha reso l'esperienza simile a un gioco e poi crescendo mi sono appassionata sempre di più. Credo che praticherò questa passione fino all'ultimo giorno della mia vita. Quando ho iniziato ero una ragazzina in mezzo a uomini maturi. A loro piaceva avere una ragazzina fra loro, mi stuzzicavano e io rispondevo. Qualcuno mi disse che dovevo restare a casa a fare i piatti, ma questo mi ha invogliato a rimanere e fare ancora meglio".