Da settembre il pubblico di “Amici di Maria De Filippi” ha imparato a conoscere Carola Puddu, la ballerina di danza classica 21enne di Selargius entrata nella scuola più famosa di Italia perché fortemente voluta dalla maestra Alessandra Celentano, che ne ha sempre esaltato il suo indiscutibile talento. Carola si è distinta sicuramente per la sua bravura, ma anche per la sua eleganza, per la sua educazione, per le sue fragilità e per la sua ironia.

Sabato scorso il suo percorso ad Amici è terminato, ha perso al ballottaggio contro Dario, del team Peparini-Pettinelli e, ancora prima, contro Serena, della squadra Cuccarini-Todaro. Ma per lei l’addio alla scuola è stato segnato da una grande notizia: Maria De Filippi prima di lasciare la casetta le ha comunicato che se vorrà sarà Giulietta nello spettacolo Romeo e Giulietta che debutterà a ottobre al teatro Olimpico di Roma.

Nonostante la giovane età, Carola può vantare esperienze internazionali: a soli 9 anni, nel 2010, supera (unica straniera) l’esame d’ammissione per entrare a far parte alla Scuola di Danza dell’Opera di Parigi. Successivamente ha studiato in Canada alla National Ballet School, ma il teatro che l'aveva ingaggiata è stato costretto a chiudere causa Covid.

“Finisce qua il mio percorso ad Amici – le prime parole di Carola dopo l’eliminazione -, 7 mesi di tanta danza e tante emozioni. Non sono brava con le parole e non ne avrò mai abbastanza per ringraziare tutto lo staff, i maestri, i miei compagni, e voi, che mi avete sempre supportata ed incoraggiata anche nei momenti difficili. Grazie per i vostri insegnamenti. Porterò tutti questi bei ricordi nel mio cuore sempre con me. Forza squadra Zerbi Cele, andate avanti così come vi ho lasciati, siete i miei protetti, vvb, C.”.

Prima di andarsene, Carola ha anche voluto dichiarare il suo amore al compagno Luigi, del quale si era invaghita fin da subito. “Ti voglio tanto bene. Quando dicevo che non ti capivo, in realtà era tutto inaspettato perché mai mi sarei immaginata di potermi innamorare o comunque attaccare, perché l’innamoramento, non avendolo vissuto, era più una cosa mentale”.