L'ex consigliera regionale della Sardegna, Francesca Barracciu, già europarlamentare Pd e sottosegretaria ai Beni culturali nel Governo Renzi, dovrà pagare all'erario 77.293 euro, ossia l'intera somma che aveva speso per ragioni dichiarate, poi illegittime durante la 13esima legislatura del Consiglio regionale della Sardegna.

Come riporta il quotidiano La Nuova Sardegna, dopo la condanna del 2019 decisa dalla Corte di Conti, ora c'è la sentenza definitiva della Sezione giurisdizionale centrale di Roma, l'organo d'appello della giustizia contabile, che va ad aggiungersi a quella del giudice penale che aveva condannato l'ex esponente del Pd a due anni e nove mesi per peculato.

Difesa dagli avvocati Franco Luigi Satta e Aldo Luchi, Barracciu - riporta lo stesso quotidiano locale - ha sostenuto ancora una volta di aver speso 33mila euro (dei fondi destinati al gruppo di centrosinistra del Consiglio regionale) in carburante consumato per partecipare a incontri politici in Sardegna. Mentre per i restanti 44mila, ha confermato che si trattava di rimborsi per spese sostenute nell'attività di consigliera.

Ma per i giudici della sezione centrale "la condotta della Barracciu risulta connotata da occultamento doloso perché le autocertificazioni presentate a corredo delle richieste di rimborsi chilometrici, non potevano consentire all'amministrazione regionale la conoscibilità dell'illecito, in quanto la convenuta si è limitata ad autocertificare il numero dei chilometri percorsi con la propria autovettura dichiarando un interesse del gruppo che tuttavia non è stato provato".