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Su disposizione del GIP del Tribunale di Oristano, il personale della Stazione forestale di Marrubiu ha proceduto nei giorni scorsi, al sequestro preventivo di un terreno di proprietà di un imprenditore, in località “Pauli Nicasu” nelle campagne del comune di Terralba.
I Forestali, durante un controllo del territorio, hanno rinvenuto, su una superficie di oltre 1.000 mq una rilevante quantità di rifiuti speciali di varia natura: materiali ferrosi, attrezzature agricole, cavi elettrici, parti di veicoli ed elettrodomestici depositati nel tempo.
Le indagini del hanno avuto origine dai controlli disposti dalla Direzione generale del Corpo forestale in merito all'attività abusiva di raccolta e trasporto di rifiuti per conto terzi da parte di soggetti iscritti all'Albo nazionale dei gestori ambientali, nella categoria che prevede la raccolta e il trasporto dei rifiuti prodotti in proprio.
Nel corso delle indagini gli investigatori della Stazione forestale di Marrubiu hanno accertato che l'attività di raccolta svolta dal’imprenditore non rientrava nella tipologia della “Cat. 2 bis” dell'Albo nazionale gestori ambientali al quale risultava iscritto e che gli consentiva di raccogliere e conferire rifiuti speciali per un massimo di 30 kg giornalieri. Inoltre egli avrebbe potuto effettuare esclusivamente la raccolta e il trasporto dei propri rifiuti, originati dall'attività per la quale risultava iscritto, corrispondente a quella di “Demolizioni Industriali”.
Nel caso specifico i rifiuti erano accatastati in modo disordinato in tutto il terreno; l’assenza di idonea pavimentazione, prevista per quella tipologia di rifiuto, palesava il rischio di contaminazione del suolo e, inoltre, la zona era priva delle più elementari norme di sicurezza rispetto al rischio di possibili incendi che da li potevano originarsi, vista la grande quantità di erbe stagionali, altamente infiammabili, presenti sul posto.
Il Giudice, pertanto, ha disposto il sequestro dell’area posta a poca distanza dai centri abitati di Terralba e di San Nicolò d’Arcidanper l’alta pericolosità per salute pubblica e l’incolumità dei cittadini.
L’imprenditore rischia una pena variabile da 6 mesi a 2 anni di reclusione o l’ammenda da 2.600 a 26.000 euro.