Attentato incendiario nella tarda serata di ieri a Serdiana: l'auto del sindaco Maurizio Cuccu è stata data alle fiamme in via Don Minzoni. L'episodio è avvenuto poco dopo le 21. Il mezzo del primo cittadino, una Range Rover Evoque, era parcheggiato nei pressi della sua abitazione. Sul posto carabinieri e Vigili del Fuoco, che hanno spento le fiamme. Nei pressi dell'auto sarebbe stata rinvenuta della "diavolina". 

Questa mattina il primo cittadino ha commentato l'accaduto: "Io amo Serdiana - ha scritto sui social -. Ed è proprio questo amore, che nutro fin da piccolo verso Serdiana e i Serdianesi, a guidare le mie scelte. L’unica mia 'colpa', forse, è quella di non fare finta di nulla davanti a chi crede di poter stare nel nostro paese andando contro le regole. E allora, se questa è la mia colpa, ne sono orgoglioso, perché la strada intrapresa è quella giusta e non ci fermeremo".

"Ho una formazione particolare e questo gesto non mi intimidisce per nulla - sottolinea . Rivolgendomi direttamente a chi stanotte mi ha bruciato la macchina dico che il tuo gesto per me è un invito, forte, preciso e diretto, ad andare avanti con ancora più determinazione di prima. Cari Serdianesi, mi avete scelto come vostro Sindaco anche per cercare di rendere Serdiana un paese più 'pulito'. Lo sto facendo, ogni giorno, aiutato da un gruppo fantastico di persone per bene. Ci metto la faccia, l’impegno e la responsabilità, arrivando ora anche a perdere ciò che è mio".

Poi cita Giovanni Falcone, quando diceva “che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”.

E conclude: "Il vostro Sindaco non è abituato a lamentarsi, sarò sempre il primo a fare, pagandone appunto anche il prezzo, ma per proteggere le nostre famiglie e soprattutto i nostri figli, dobbiamo aprire gli occhi, impegnandoci tutti insieme, per rendere la nostra Serdiana il paese che merita di essere, comunicandolo chiaramente anche a chi forse questo non lo vuole".