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Oggi ricorre il trentesimo anniversario della strage di via D’Amelio con cui la mafia, il 19 luglio 1992 a Palermo, assassinò il giudice Paolo Borsellino e i cinque poliziotti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Emanuela Loi e Eddie Walter Cosina.
In questa giornata, il vescovo monsignor Giuseppe Baturi ha incontrato i familiari della prima agente donna della Polizia di Stato a restare uccisa in servizio.
Emanuela Loi era originaria di Sestu, aveva 24 anni. Il fratello Marcello, intervistato dall’emittente diocesana Radio Kalaritana ha raccontato che “in tutti questi anni la famiglia non ha mai smesso di rendere omaggio a Emanuela, in tanti modi, anche in giro per l’Italia, specie nei luoghi dove il suo sacrificio viene ricordato attraverso diverse iniziative e cerimonie di commemorazione”. La sorella Claudia, nel corso della medesima intervista, ha ribadito che “la memoria di Emanuela deve essere mantenuta perché racchiude dei significati profondi, e per noi familiari è motivo di conforto sapere che lei venga ricordata”.
Anche Sardegna Live aveva incontrato la sorella Claudia ad Alghero, in occasione della XXIII Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Le sue parole per i giovani: “Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per costruire una società in cui i valori della legalità, della pace e della giustizia siano fortemente radicati e che non sia più necessario morire per difendere questi valori”. In basso, l'intervista a Claudia Loi.