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Norme urbanistiche certe, pianificazione regionale omogenea, riqualificazione dell’esistente e premialità volumetriche per lo sviluppo delle zone turistiche e dei centri urbani.
Sono queste le richieste formulate da Confartigianato Imprese Sardegna alla Giunta e al Consiglio Regionale per lo sviluppo delle costruzioni in Sardegna.
“Dobbiamo ridare valore alla Sardegna e alle sue imprese partendo dal valore del territorio. Per questo abbiamo necessità di norme urbanistiche chiare, certe, stabili e immediatamente applicabili – ha dichiarato Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna – lo abbiamo detto alle Giunte passate e lo ripetiamo anche a questa”.
“Norme che, ovviamente – ha aggiunto – dovranno essere concordate con le imprese, perché è indispensabile che la Regione si muova insieme al tessuto produttivo in un’ottica di collaborazione e non di sterile contrapposizione. Ciò sarebbe un forte segnale di sensibilità e di comprensione dei problemi per il comparto”.
Per ciò che riguarda il cosiddetto ex Piano Casa “Crediamo che questo sia uno strumento che possa, nel breve periodo, continuare a far sopravvivere il settore – ha rimarcato il Presidente – e riteniamo che le proposte fatte in Commissione in Consiglio Regionale siano di buon senso, anche alla luce del fatto di come, in tutti gli anni della sua vigenza, la norma non abbia creato scempi edilizi o tanto meno forme di speculazione che abbiano compromesso il territorio. L’importante è non demonizzarlo perché è stato capace di dare risposte alle famiglie garantendo contemporaneamente la sussistenza di tante piccole imprese e di conseguenza posti di lavoro”.
Dal settore edile sardo anche la richiesta di incentivare l’attività di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. “Abbiamo delle strutture ricettive e civili che hanno bisogno di questi interventi di riqualificazione ma bisogna anche invogliare i proprietari – queste ancora le sue parole – per questo sarebbe utile creare delle condizioni di vantaggio con delle premialità, anche volumetriche, sia nei centri storici che nelle zone F ed E per consentire di avviare interventi con una ricaduta economica per gli investitori e per le imprese, senza consumare nuovo suolo”.
“È fondamentale che ogni Comune approvi finalmente il proprio piano urbanistico comunale – ha rimarcato Matzutzi – affinché si diano certezze a chi vuole investire. Sappiamo che ci sono su questo tema molte resistenze anche da parte delle Amministrazioni Locali, ma se solo pochi a oggi hanno adottato il PUC la responsabilità va condivisa sui vari livelli, compreso quello regionale. Chiediamo che la Regione abbia il coraggio di imporre tempi certi e improrogabili ai comuni affinché adottino il proprio PUC”.
“Il recupero di edifici, non solo in centro storico, ma anche in zone di completamento – ha concluso – potrebbe passare anche attraverso degli incentivi quali sgravi per i locali da restaurare e destinare a bottega artigiana di prossimità”.
Il suo auspicio è che “Venga messo da parte un approccio ideologico che descrive in maniera negativa il settore edile, identificato come principale “distruttore” del patrimonio ambientale sardo o come categoria di speculatori, nel senso più negativo del termine, che non tengono conto degli interessi generali della collettività”.