PHOTO
L’onorevole Vittorio Sgarbi è in Sardegna per una serie di sopralluoghi già programmati quando l’Isola si godeva il primato di unica Regione d’Italia in zona bianca.
Abbiamo incontrato il critico d’arte all’ospedale Marino di Alghero, dove al terzo piano si trova il reparto Covid, che attualmente conta 8 persone ricoverate, con un incremento progressivo di circa tre ingressi quotidiani da qualche giorno.
Con noi, Sgarbi ha parlato dell’uso delle mascherine all’aperto, della zona bianca, dell’estate e delle discoteche all’aperto.
“Avevo progettato di venire in Sardegna perché l’Isola era zona bianca. Mi sembrava un simbolo di purezza, come d’altra parte la sua condizione naturale, la sua impermeabilità a molti virus, soprattutto all’evenienza del terremoto, siete una terra privilegiata da questo punto di vista. Dopo di che, improvvisamente, credo in maniera arbitraria è stata declassata ad arancione. Avevo ormai parlato con il Presidente Pais e altri amici per fare una serie di sopralluoghi non prevalentemente sanitari, ma ai luoghi monumentali, in parte ho cercato di farlo. Nonostante il tentativo di dissuadermi dalla partenza, sono venuto, ho trovato grande ospitalità. Cercando di indicare però che il tema della malattia ha colpito molte menti, prima ancora dei corpi delle persone che hanno avuto il coronavirus. Come me, anche io ho avuto il coronavirus”.
“Quando vedo una persona da sola che in Sardegna cammina lungo il mare con la mascherina mi rendo conto che il contagio più terribile è stato nelle nostre menti. Cioè averci fatto vivere l’incubo di un rischio anche dove c’è l’opposto del rischio. Ciò che una persona che ha un problema polmonare deve fare è respirare aria aperta, aria libera. Tutti i nostri comportamenti sono stati condizionati da una politica sbagliata del governo. A Ittiri, cosa può capitare dopo le 10 sera? Perché c’è il coprifuoco dalla 5 alle 22? Per impedire a qualcuno di muoversi di casa, senza che ci sia un rischio possibile”.
“Abbiamo patito una serie di misure del Governo, motivate dalla necessità di limitare al massimo i rischi, condizionando e coartando molte libertà costituzionali. Fortunatamente alcuni magistrati hanno dichiarato che possiamo dire che c’è una limitazione di movimento ma non che c’è una impossibilità per chiunque di muoversi anche quando il rischio non c’è”.
“Occorre curare i malati, stare attenti agli anziani, ma non costringere i giovani a vivere come malati, non tenere chiusi i musei, i teatri, i cinema, i ristoranti di sera, tutte misure che non sono state affatto utili visto che il contagio in Italia ci ha portato ad avere il più alto numero di morti di tutta Europa. Ciò non toglie che sia opportuno vedere realtà come Alghero, dove c’è umanità, è prevista la sala degli abbracci, ci sono malati che avranno le cure giuste attraverso medici che spero abbiano anche la capacità psicologica di far capire che non è stata una peste, ma una malattia come altre, che bisogna contrastare con la prudenza, l’igiene e la pulizia. Qui invece abbiamo un potere si stato che ha stabilito cosa dobbiamo fare in modo assolutamente irragionevole. Questa è la battaglia che continuo a fare. Perché proibire di fare il bagno? Alle 5 del mattino voglio fare il bagno, qual è il danno che faccio?”.