Il 28 novembre 2016 Mariolina Vargiu, 65enne residente a Cessalto (Treviso) ma originaria di Villacidro, in provincia di Cagliari, arrivò alla Clinica Estetica di Spresiano per sottoporsi a un intervento al seno e alle palpebre in day surgery (chirurgia di un giorno). Da quello studio medico, però, uscì poche ore dopo in stato di coma e sabato scorso, 2 ottobre, dopo 5 anni, Mariolina è morta dove era ricoverata in stato vegetativo dal 2016.

Il sostituto procuratore Davide Romanelli ha aperto un fascicolo nel quale si ipotizza il reato di omicidio colposo ai danni dei due medici che avevano seguito l'operazione: Francesco Cammilli, anestesista 53enne, e Francisco Mora Zambrano, chirurgo estetico di 68 anni di origine peruviane. Oggi, giovedì 7 ottobre, verrà eseguita l'autopsia disposta dal pubblico ministero, affidata ad Antonello Cirnelli.

Cosa successe quel 28 novembre a Mariolina? Secondo le indagini dei Nas di Treviso alla donna sarebbe stata somministrata una elevata dose di anestetico tanto che al termine dell'operazione Mariolina Vargiu, invece di risvegliarsi, perse del tutto conoscenza. Anche i soccorsi sarebbero stati allertati in ritardo e quando la donna arrivò in ospedale era in stato di coma profondo. Da allora, causa dei danni cerebrali, Mariolina Vargiu non fu più autosufficiente e i familiari vennero costretti a farla ricoverare in una struttura sanitaria, dove era seguita costantemente.

Non è la prima volta che il centro estetico di Spresiano finisce al centro di indagini. Un anno fa un altro paziente, l’imprenditore Vittorio Silvestrini, un 72enne di Oderzo, fondatore della Perlarredi di Azzano Decimo, morì poco prima di sottoporsi ad una banale riduzione di una cicatrice. Pochi minuti prima di entrare in sala operatoria il 72enne accusò un malore improvviso e morì. Anche in questo caso a finire sul banco degli accusati fu l’iniezione di un anestetico locale, la lidocaina, con dosaggio sbagliato.