Una storia d'amore come tante, che arriva dalla Gallura, tra due donne che si sono sposate e poi, finito il forte sentimento che le univa, hanno deciso di separarsi.

La prima cosa a cui hanno pensato è stato garantire il bene del loro bambino. Così la coppia, invece di portare avanti lunghe ed estenuanti battaglie legali sulle sorti del minore, con l'aiuto dei propri legali ha raggiunto un accordo consensuale: il piccolo è stato affidato in maniera condivisa e paritetica ad entrambe le donne, ma resterà a vivere nella casa coniugale con la mamma non biologica.

L'accordo ha scritto una pagina significativa sulle decisioni in materia di affidamenti di minori, sia in Sardegna che nel resto della Penisola. Nessun giudice è stato chiamato a sviscerare il legame e le relazioni affettive, anche quelle ormai giunte al termine, ma le due mamme - molto ragionevoli - continueranno entrambe ad educare il proprio figlio: la madre non biologica non sarà dunque estromessa dalla vita del bambino, anzi sarà proprio lei a vivere col piccolo.

"Quando la mia assistita si è presentata in studio - racconta all'ANSA l'avvocata Graziella Putzu, che rappresenta la madre non biologica - mi ha confessato di essere terrorizzata dall'idea di poter perdere suo figlio. Ciò è stato fondamentale per arrivare a questo importantissimo risultato: è stata la grande intelligenza dimostrata da entrambe le donne e dall'avvocata dell'altra mamma, Valentina Varrucciu, ad imprimere la svolta. Alla nostra richiesta di un concordato è stato subito risposto di sì, e nell'arco di un mese e mezzo circa siamo arrivate a questo accordo tra le parti, che mette al centro solo il bene del minore".

Il provvedimento condiviso delle madri ha la valenza di una vera e propria sentenza emessa dal tribunale, seppure il giudice del foro di Tempio Pausania si sia limitato ad esaminare quanto le avvocate avevano stabilito, d'accordo con la coppia, ed apporre un timbro che di fatto dà il via libera all'impostazione della nuova dinamica familiare. Le avvocate hanno poi trasmesso la decisione all'ufficio dello stato civile del comune di appartenenza.

"Non è stata, inoltre, stabilità nessuna cifra per il mantenimento economico del piccolo - precisa l'avvocata Putzu - Le mamme provvederanno entrambe in egual misura a quel che serve per il figlio. Si tratta anche in questo caso di una grande dimostrazione di maturità, come pure la scelta di ricorrere alla negoziazione assistita piuttosto che procedere davanti ad un giudice. L'applicazione di questa nuova legge viene fatta da pochi avvocati perché è sempre molto delicata, ma noi siamo felici di aver raggiunto un ottimo traguardo, per il bene del bambino soprattutto, ma anche per le sue due mamme".